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18.12.06

MARGARET THATCHER

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Margaret Hilda Roberts Thatcher, nasce il 13 Ottobre del 1925, figlia di un droghiere che si era faticosamente conquistato il suo posto ad Oxford. Dopo una serie di studi regolari, che non evidenziano in lei nessuna particolare dote straordinaria sul piano intellettuale (anche se si notava certamente il fatto che fosse intelligente), si dedica agli studi di chimica, laureandosi all'università di Oxford. Dal 1947 al 1951 lavora come chimico nella ricerca, ma nel 1953, avendo anche studiato come avvocato, diviene fiscalista. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nel rivangare i tempi passati di questa signora che ha segnato profondamente la storia del suo paese, tutti i testimoni sono però concordi nel definirla una persona dotata di una incredibile grinta, di grande buonsenso e di uno straordinario fiuto politico. Una volta scesa in politica nelle file della destra inglese, infatti, ebbe il merito, quando tutti davano ormai per scontato il tramonto della Gran Bretagna, di aver impugnato la "frusta" e di aver restituito ai suoi concittadini l'orgoglio di essere inglesi, impegnandoli addirittura in una improbabile guerra contro l'Argentina in difesa delle dimenticate isole Falkland. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Entra nel Partito Conservatore, viene dunque eletta alla camera dei comuni nel 1959 ricoprendo, fra l'altro, il ruolo di ministro dell'istruzione e delle scienze nel governo Heath per quattro anni, dal 1970 al 1974. Dopo la sconfitta conservatrice nelle elezioni del 1974, sfida Heath per la leadership del suo partito e la conquista nel 1975. Quattro anni dopo conduce il partito alla vittoria, promettendo di fermare il declino economico britannico e di ridurre il ruolo dello Stato nell'economia del paese. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Margaret Thatcher fondo' la sua politica sull'idea che "la societa' non esiste. Ci sono solo individui, uomini e donne, e ci sono famiglie". La "purga thatcheriana" consistette quindi in sostanza nella deregolamentazione di lavoro e mercati del capitale, nella privatizzazione di quelle industrie nazionalizzate che lo stato britannico aveva assunto come risultato della guerra, della depressione economica e dell'ideologia socialista. Il risultato? Ha dichiarato lei stessa (e d'altronde confermano, secondo gli analisti, i dati macroeconomici): "Abbiamo ridotto il deficit governativo e abbiamo ripagato il debito. Abbiamo fortemente tagliato la tassa sul reddito di base e anche le tasse piu' alte. E per far cio' abbiamo saldamente ridotto la spesa pubblica come percentuale del prodotto nazionale. Abbiamo riformato la legge sui sindacati e i regolamenti inutili. Abbiamo creato un circolo virtuoso: tirando indietro il governo abbiamo lasciato spazio al settore privato e cosi' il settore privato ha generato piu' crescita, il che a sua volta ha permesso solide finanze e tasse basse". ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il suo agire politico, insomma, si basa sull'assunto liberista che: "il governo puo' fare poco di buono e molto che invece fa male e quindi il campo di azione del governo deve essere tenuto al minimo" e che "e' il possesso di proprieta' che ha un effetto psicologico misterioso ma non per questo meno reale: il prendersi cura del proprio offre un addestramento nel divenire cittadini responsabili. Il possedere una proprieta' da' all'uomo indipendenza contro un governo troppo invadente. Per la maggior parte di noi i nodi della proprietà ci costringono entro doveri che altrimenti potremmo scansare: per continuare con la metafora ci impediscono di cadere nell'emarginazione. Incoraggiare la gente ad acquistare proprieta' e risparmiare e' stato molto di piu' di un programma economico". E' stata, infatti, "la realizzazione di un programma che ha posto termine ad una societa' basata su una sola generazione, mettendoci al suo posto una democrazia fondata sul possesso di capitale". ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Rinfrancata dal successo della sua politica sulle isole Falkland nel 1982, conduce i conservatori ad una grande vittoria alle elezioni del giugno 1983. Nell'ottobre del 1984 sfugge ad un attentato quando esplode una bomba degli estremisti repubblicani irlandesi al Grand Hotel di Brighton durante un congresso del partito. Nuovamente vittoriosa nel giugno del 1987 diventa il primo premier britannico nel ventesimo secolo ad ottenere tre mandati consecutivi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La "Lady di ferro", così soprannominata per il suo polso fermo e per la decisione con cui ha portato aventi le sue riforme, ha volontariamente lasciato Downing Street, dimettendosi, nel novembre 1990, in piena crisi del Golfo, soprattutto a causa di alcuni contrasti sorti nel partito sulla sua politica fiscale e sul suo euroscetticismo. A proposito della crisi Mediorientale, in alcune interviste l'ex leader conservatrice ha dichiarato in veste non ufficiale il proprio stupore per una guerra conclusa troppo in fretta e senza l'annientamento del dittatore iracheno: "Quando cominci un lavoro quello che conta e' farlo fino in fondo, e bene. Saddam invece e' ancora li' e la questione nel Golfo non si e' ancora chiusa"(Come negare che ha avuto completamente ragione!!). ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Oggi Margaret Thatcher, diventata Baronessa, osserva presumibilmente con soddisfazione il programma che lei non ha avuto il tempo di completare applicato dal partito "progressista" di Blair e il partito conservatore che l'ha cacciata da Downing Street ridotto a brandelli. Qualche analista, qualche politologo o talvolta anche qualche leader di partito dichiarano apertamente che per risolvere i loro problemi ci vorrebbe una Thatcher, allo scopo di applicare la cura inglese anche al proprio Paese. Il "thathcherismo", infatti, ha dato vita a qualcosa che influenzerà, per almeno una generazione, il corso mondiale degli eventi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'importanza storica di Margaret Thatcher, in sintesi, e' insomma quella di essere stata la prima in Europa a portare avanti una politica basata sulla necessita' di combattere lo statalismo e di individuare nell'impresa privata e nel libero mercato il mezzo migliore per rilanciare l'economia di un paese.

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