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22.10.06

ANNIBALE (personaggi storici)

Ecco il racconto della vita e degli atti eroici di un altro grandissimo personaggio storico: Annibale Barca il cartaginese. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Annibale trascorse l’infanzia nel clima della sconfitta bruciante subita dal padre, il generale Amilcare Barca, nella prima guerra punica. In lui, incoraggiata dal suo precettore, nacque e si rafforzò, così, un’istintiva vocazione alla guerra, che gli permise di passare da figlio del generale che conquistò la penisola Iberica a vendicatore in prima persona. Nell'anno 221 a.C., Annibale, appena venticinquenne, divenne il generale in capo dell'esercito cartaginese. Uomo deciso e spartano, personaggio dal grande carisma e dal grande coraggio in battaglia, era crudele e sanguinario e aveva scarso rispetto per gli Dei. Questa e' ovviamente la sua figura tratteggiata dagli storici romani che, per ovvie ragioni, non lo amavano affatto. In realta' cio' che interessava più di tutto al giovane generale era la sconfitta di Roma, per rispettare la promessa fatta al padre, comandante degli eserciti di Cartagine nella prima guerra punica. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'unico desiderio di Annibale era la distruzione dell'odiata Roma e l'unico modo per ottenerla era quello di scatenare una seconda guerra punica. Per fare entrare in guerra i romani aveva pero' bisogno di un pretesto. Nel 219 a.C. finalmente lo trovo' cominciando l'assedio di Sagunto, una città autonoma protetta da Roma. La espugnò dopo otto mesi d'assedio. I romani mandarono le loro ambasciate sia in Spagna sia a Cartagine, intimando al nemico di rispettare i patti e l'autonomia della città. Annibale ignoro' gli ultimatum ed ottenne il suo primo obiettivo: creare il 'Casus Belli' e coinvolgere Roma in una lunga guerra. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ A Cartagine Annone il Grande, fautore della pace con i romani, era stato messo in minoranza dalla potente famiglia dei Barca, i quali permisero agli ambasciatori romani di ufficializzare formalmente il conflitto. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Annibale era tutt'altro che un generale sprovveduto ed aveva pianificato la sua campagna militare con largo anticipo. Si apprestava ad invadere il territorio di Roma da nord, nel 218 a.C. attraversando le Alpi. La strategia di Annibale era basata sulla sorpresa che una tale impresa avrebbe suscitato nelle legioni romane che sarebbero state impiegate in difesa del territorio della repubblica. Confidava inoltre nel fatto che, attraversando i territori delle tribu' barbariche stanziate tra le odierne Spagna e Francia e nella pianura padana, il suo esercito sarebbe cresciuto di numero acquisendo nuovi alleati alla causa di Cartagine. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il suo esercito era composto da 50.000 fanti e 90.000 cavalieri, nonché da trentasette elefanti. Passato l'Ebro, attraversò non senza difficoltà i Pirenei, e qui si trovò di fronte alle popolazioni galliche. Nonostante l'opposizione dei volsci e le difficolta' incontrate nell'attraversamento del Rodano con gli elefanti nel settembre del 218 a.C. Annibale giunse al passo del Monginevro. Attraversò le Alpi con gli Elefanti e il suo esercito, in una lunga carovana, per sentieri impervi e spaventosi, sotto le tormente di neve. Moltissime furono le perdite tra gli elefanti e gli uomini dell'esercito, nonostante ciò Annibale riuscì nel suo intento di ridiscendere i monti e affacciarsi sulla Pianura Padana. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nel frattempo Roma aveva affidato il comando delle legioni a due Consoli: Publio Cornelio Scipione (padre del grande Scipione l'Africano), patrizio, e a Tiberio Sempronio Longo, plebeo. Il Primo doveva partire per la Spagna, il secondo sbarcare in Africa per colpire Cartagine al cuore. La notizia dell'invasione dalle Alpi fece saltare tutti i piani, e i due eserciti dovettero frettolosamente ritornare in Italia quando già erano sulla via dei rispettivi obiettivi (Longo era già arrivato a Malta). Il primo obiettivo strategico di Annibale era stato raggiunto, il suo nemico era disperso e vulnerabile ad un'attacco diretto al cuore del suo territorio. Con sorpresa dei romani, che credevano i cartaginesi stanchi e malridotti per l'attraversamento delle montagne, l'esercito di Annibale inflisse una sonora sconfitta a quello di Scipione presso il Ticino, grazie all'aiuto di una formidabile cavalleria. Lo stesso generale romano fu salvato dal suo giovane figlio diciassettenne, Publio Cornelio. Scipione, ferito, si ritirò a Piacenza, dove aspettò di ricongiungersi all'esercito di Longo, che proveniva da Ariminum attraverso la Flaminia. 35.000 erano i romani, 20.000 i cartaginesi, con il loro seguito di alleati. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Ma nel dicembre del 218 a.C. il gelo era tremendo. Con un tranello Annibale attirò l'esercito romano in una trappola sul fiume Trebbia, gli elefanti sbaragliarono i romani, la sconfitta fu disastrosa. A Roma cominciavano a temere un'invasione simile a quella subita da Brenno (che era riuscito a giungere alle porte della citta'). Nel frattempo, il fratello maggiore di Publio Scipione, Gneo, otteneva buoni successi in Spagna, cercando di interrompere i collegamenti tra Annibale e la penisola iberica. Proprio il teatro di guerra spagnolo sottrasse ad Annibale gli aiuti necessari per la conclusione vittoriosa della campagna. tornando pero' al momento delle vittorie del Trebbia e del Ticino, questo era per Annibale un momento favorevolissimo. Con i due consoli oramai fuori combattimento il comando dell'esercito romano era stato affidato a Caio Flaminio (il costruttore della Flaminia), plebeo, a furor di popolo. Annibale giunto in Etruria si affido' ancora una volta all'astuzia per vincere una delle sue piu' belle battaglie. La battaglia del lago Trasimeno del giugno del 217 a.C. Il grande generale cartaginese nascose i suoi fanti nella foresta vicino alla strada che i romani dovevano percorrere e gli tese una vera e propria imboscata. Quando i fanti iniziarono a perdere il loro impeto, li fece ritirare, facendo intervenire allo stesso tempo la cavalleria al galoppo lungo la strada. Flaminio morì e con lui 15.000 romani persero la vita mentre altri 12.000 si disperdevano frettolosamente. Con queste prime battaglie Annibale aveva sciolto le legioni romane come neve al sole sottraendo al controllo della repubblica la Gallia Cisalpina (la Pianura Padana) e gettando scompiglio in Etruria. Nel 217 a.C. i romani sono alle corde, combattuti e vinti ripetutamente da un nemico scaltro e audace, ricorrono alle loro strutture statali per uscire dalla crisi. Percio' come avviene nelle emergenze le sorti della città vengono affidate ad un dittatore. Il generale Quinto Fabio Massimo (chiamato piu' avanti "Il Temporeggiatore"), di discendenza patrizia e già vittorioso contro i liguri. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Egli compie una scelta coraggiosa e decide di non attaccare Annibale, ma di fortificare le mura della città e compiere azioni di disturbo nei confronti del suo nemico negandogli i rifornimenti tramite la tattica della 'terra bruciata'. Annibale da parte sua mancava della capacita' di procurarsi o costruire macchine d'assedio per attaccare direttamente Roma e prosegui' per questo con un piano di accerchiamento. Egli intendeva conquistare i popoli italici sia del nord che del sud, in modo tale da indebolire la supremazia romana e schiacciarla nella morsa di una generale insurrezione popolare. Incontrata una imprevista resistenza a Spoleto, saltò la città ostile e si diresse verso l'Apulia (l'odierna Puglia). Le colonie romane di Lucera e Venosa lo contrastarono però vigorosamente, cosicché decise di dirigersi verso la Campania in direzione del Sannio. Quinto Fabio Massimo adottava una tattica attendista. Il suo esercito seguiva quello cartaginese da vicino, senza ingaggiare battaglia, nell'attesa di trovarsi sul terreno favorevole per attaccare. Fatto sta che i cartaginesi continuavano a saccheggiare i paesi che attraversavano, e lo scontento cominciava a farsi largo tra il popolo. Marco Minucio Rufo, detrattore di Fabio Massimo, non perdeva occasione per cavalcare il malcontento popolare e stigmatizzare la tattica "codarda" del generale romano. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ In effetti un'occasione si presentò a Fabio Massimo: l'esercito cartaginese si era imbottigliato fra Teano e Cales. Fabio Massimo controllava l'uscita della valle, ma Annibale, con uno stratagemma degno di Ulisse, riuscì a cavarsela anche questa volta: ordinò di attaccare delle fascine sui fianchi di una mandria di buoi e poi, appiccato il fuoco, la scagliò contro l'esercito romano. Lo scompiglio fu tale che i cartaginesi ebbero il tempo di fuggire. Il desiderio di vendetta dei romani pero' ebbe il sopravvento quando nella primavera del 216 a.C. , scaduta l'investitura di Quinto Fabio Massimo, furono eletti due nuovi consoli. Lucio Emilio Paolo, patrizio, e Caio Terenzio Varrone, di "esemplare" estrazione plebea (figlio di un macellaio, egli stesso in passato garzone) non persero tempo e attaccarono "finalmente" Annibale per lavare nel sangue cartaginese le sconfitte subite dalla repubblica. Lo scontro tra i due eserciti avvenne a Canne, sconosciuto villaggio nei pressi del Gargano. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I romani avevano a disposizione 50.000 fanti e 6.000 cavalieri, i cartaginesi 35.000 fanti e 10.000 cavalieri. L'esercito romano era però svantaggiato dal disaccordo tra i due consoli, l'uno era contro le decisioni dell'altro, il patrizio contro il plebeo (Napoleone disse in proposito:"Meglio un cattivo generale che due splendidi condottieri dello stesso esercito."). Annibale ne approfitto' e mise in camo la sua consueta astuzia. Finse la diserzione di 500 numidi e, giunti presso i romani, i soldati che si fingevano arresi sguainarono all'improvviso le spade contro i legionari. Annibale era strategicamente superiore ai due consoli, la polvere accecava l'esercito romano e la cavalleria cartaginese accerchiò facilmente i nemici. Fu un'altra strage. L'attacco romano fu deciso da Varrone all'insaputa del console patrizio. I romani lasciarono sul campo 45.500 fanti 2.700 cavalieri. Morirono Lucio Emilio Paolo e i tribuni militari Gneo Servilio Gemino e Marco Minucio Rufo, oltre a ottanta senatori partiti come volontari. Varrone si rifugiò a Venosa. Canne fu la sconfitta più pesante della seconda guerra punica: la Gallia Cisalpina era da tempo in rivolta, solo qualche avamposto romano ben difeso presidiava le zone del nord, con la sconfitta di Canne anche il sud della penisola era in balia dell'invasore, con Roma ora vi era solo l'Italia centrale, ovvero l'Etruria, l'Umbria, il Piceno e il Lazio. A Roma le donne piangevano i morti, il clima generale era di paura, se non di terrore: Annibale sembrava invincibile, e nulla sembrava impedire al generale cartaginese di impadronirsi anche della capitale. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Per perorare la causa della sua campagna di conquista agli occhi di Annone il Grande, Annibale mandò in patria suo fratello Magone con una nave carica degli anelli d'oro dei cavalieri romani uccisi in battaglia, l'impressione fu grande, ma il re cartaginese continuava a ritenere una eventuale pace con Roma più fruttuosa della guerra. Nonostante ciò Annibale ottenne rinforzi (4.000 numidi, 40 elefanti, oltre a 20.000 fanti e 40.000 cavalieri). L'intenzione di Annibale di rovesciare Roma attraverso la perdita degli alleati italici si stava concretizzando. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il nord era già destabilizzato, il sud si avviava ad esserlo, nell'Adriatico Annibale aveva mobilitato, grazie ad una alleanza, il re Macedone, Filippo V (ma il nuovo fronte non fu mai in grado di impensierire i romani). La guerra con Filippo viene definita dagli storici come "prima guerra macedone", ben altre due guerre più impegnative vedranno protagonisti i due regni in futuro. Ora i punici puntavano alla Sicilia: nelle intenzioni l'isola doveva diventare la base logistica per accogliere i rifornimenti dalla madre patria e un territorio strategico sicuro più vicino allo scenario bellico rispetto alla Spagna. Se il suo piano fosse giunto a compimento, la Sicilia sarebbe diventata il primo anello della conquista della penisola. A contrastare Annibale in Sicilia fu mandato il bellicoso generale Claudio Marcello. Ma nonostante gli sforzi, le prime battaglie volsero ancora a favore dei cartaginesi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il popolo siciliano fu quasi interamente dalla parte di Cartagine. Agrigento fu occupata da Annibale, Siracusa era passata al fianco del generale cartaginese. Alla morte del suo tiranno Gerone II, grande amico di Roma, il consiglio cittadino aveva deciso di schierarsi con Annibale. A Claudio Marcello non restò altro che iniziare l'assedio della città: durò due anni, dal 213 al 211 a.C.. Le sue truppe stringevano la città da mare e da terra, ma dovettero subire il leggendario attacco delle geniali macchine di Archimede, ospite della città (gli specchi ustori che affondavano le navi bruciandole e gigantesche ancore-arpioni che penetravano gli scafi facendoli rovesciare). Nonostante ciò, Claudio Marcello ottenne la caduta di Siracusa, dopo una lunga battaglia condotta quartiere per quartiere. Archimede stesso morì, e molti tra i siracusani, accusati di tradimento, furono trucidati. La città stessa venne saccheggiata per ridare fiato alle esauste casse romane. Siracusa era di vitale importanza per tutta l'isola, anche Agrigento non poteva che arrendersi, mentre già Annibale era a Taranto, consegnatasi al nemico in forza dell'ennesimo tradimento.La mancata conquista della Sicilia fu il primo duro colpo ai piani cartaginesi. Ora i rifornimenti ad Annibale sarebbero dovuti arrivare ancora dalla Spagna, lontana e sul fronte di guerra. Nel frattempo, nel 212 a.C. , i romani, facendo appello ai cittadini perché consegnassero gli averi alla patria e varando nuove tasse (la guerra aveva esaurito l'erario), cominciarono ad assediare Capua, nella quale si trovava, tra gli agi e le mollezze che la città offriva, lo stesso Annibale e il suo esercito. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I romani impedivano sistematicamente ad Annibale di uscire dalla città, avevano costruito tutto intorno un complesso sistema di macchinari d'assedio e lottavano con vigore ogniqualvolta una spedizione nemica minacciava di sfondare lo sbarramento. Annibale decise di tentare la marcia su Roma, con la speranza che l'esercito assediante seguisse l'esercito cartaginese e interrompesse l'assedio di Capua. Non fu così. Sebbene Annibale riuscisse ad uscire dalla città, grazie all'ennesimo stratagemma (fece muovere l'esercito di notte dopo avere accesso ingannevolmente le torce nel suo accampamento), l'esercito assediante non lo seguì, fatto che si dimostrò decisivo nello sviluppo successivo degli eventi. Annibale ebbe quindi gioco facile nella sua marcia verso Roma, giungendo alle sue porte senza incontrare resistenza. Tutti pensarono che Annibale volesse sferrare l'attacco finale e la popolazione già si preparava a subire le conseguenze del saccheggio nemico, ma non fu così. Forse in considerazione del fatto che le mura delle città, fortificate da Fabio Massimo, erano praticamente inespugnabili, che a Roma si trovavano ancora quattro legioni e che alle spalle aveva Capua ancora assediata, Annibale, dopo avere saccheggiato le campagne, decise di fare marcia indietro, e dirigersi verso l'Apulia, abbandonando la stessa colonia campana al nemico. Per Capua fu il crollo (211 a.C.). Senza i cartaginesi la città venne occupata dai romani, che non ebbero molta pietà per coloro che consideravano traditori (gli stessi capuani dovettero bere l'amaro calice del tradimento di Annibale). I membri del senato capuano e i notabili furono condannati, parte della popolazione ridotta in schiavitù. La stessa città perdette l'indipendenza e fu nominato un pretore romano allo scopo di governarla come comunità in sudditanza. Fu l'inizio della riscossa romana. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Da quel momento, nonostante un tentativo di raggiungerlo compiuto dal fratello Asdrubale e finito in tragedia, Annibale rimase isolato. Senza approvvigionamenti il suo esercito inizio' a disgregarsi ed alla fine braccato dai romani e sconfitto strategicamente anche se non in battaglia dovette riparare in africa dove l'attendeva un'ultima battaglia Zama. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Al momento del ritorno di Annibale l'esercito romano era gia' in Africa agli ordini di Scipione l'Africano. Egli operò per sottomettere le città puniche attorno a Cartagine, mentre Annibale ritornava in patria, e riusci' a concludere un trattato di pace con il senato di cartagine. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Così terminava la spedizione di Annibale in Italia, dopo quindici anni di scorribande vittoriose e senza alcuna seria sconfitta. Da grande minaccia per Roma e per i suoi alleati, ora il forte condottiero era costretto a difendere la patria dallo stesso nemico che aveva quasi sconfitto e trascinato in un lungo e logorante conflitto. Il ritorno in in una patria sconfitta fu duro per il grande condottiero, ma Annibale ridiede coraggio ai cartaginesi. Nel senato della capitale punica prevalse il partito militare dei Barca e il sentimento di riscatto. Il trattato di pace divenne carta straccia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I cartaginesi iniziarono ad assalire le navi militari romane e a disturbare i rifornimenti alle truppe di terra di Scipione. Prima dell'inevitabile scontro, Annibale e Scipione si incontrarono faccia a faccia per la prima volta nel tentativo di discutere una soluzione pacifica, entrambi erano incerti sulle possibilità e la forza dei rispettivi eserciti, ma non se ne fece nulla. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I due eserciti si incontrarono a Zama, a sud di Cartagine, verso l'interno. Potevano contare entrambi su una forza di 40.000 uomini. Quello di Scipione era appoggiato da 4.000 cavalieri e 6.000 fanti numidi di Massinissa, l'esercito di Annibale era composto da mercenari, dai veterani della spedizione italica, da reparti della guardia cittadina di Cartagine e da soli 2.000 cavalieri numidi ribelli, sudditi di Siface. Davanti allo schieramento erano stati schierati 40 elefanti. I reparti di Scipione erano disposti su tre file, con ampi spazi tra gli uni e gli altri per consentire il passaggio degli elefanti. La cavalleria era come sempre piazzata ai lati dello schieramento. Inizialmente le trombe di guerra dei romani spaventarono alcuni elefanti che si rivolsero contro la propria cavalleria. Lo scompiglio creato permise alla cavalleria romana di gettarsi sopra quella avversaria mettendola in fuga. I fanti cartaginesi resistettero bene all'urto, ma non poterono fare nulla quando la cavalleria romana ritornò colpendoli alle spalle. Le sorti della battaglia arrisero a Scipione. Sul campo caddero 10.000 cartaginesi e altrettanti furono fatti prigionieri, mentre le perdite romane furono di molto inferiori. Annibale fuggì ad oriente e trovò rifugio ad Adrumento, con un piccolo contingente di quella cavalleria che questa volta si era dimostrata di molto inferiore all'avversaria. Era il 202 a.C. Sebbene qualcuno pensasse di continuare a combattere, Annibale capì che era giunto il momento di arrendersi. Le condizioni della resa furono più dure rispetto al precedente armistizio. Cartagine perdeva tutti i possedimenti non africani, doveva consegnare l'intera numidia a Massinissa e pagare il mantenimento delle truppe romane in Africa per tre mesi. Inoltre, oltre al pagamento dei danni di guerra intercorsi tra il precedente armistizio e quello nuovo, Cartagine era privata del diritto di dichiarare guerra senza il permesso di Roma. A garanzia di tali condizioni, Scipione ottenne il diritto di scegliere cento ostaggi. Intanto Annibale dopo aver umiliato Roma, sconfitto i suoi eserciti e messo in crisi il suo sistema di alleanze, ormai vecchio e solo, scegliera' il suicidio piuttosto che finire nelle mani dei suoi eterni nemici romani. Il trionfo di Roma fu definitivo, a nulla erano valsi l'astuzia e l'audacia del grande condottiero cartaginese, la storia era scritta. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Per approfondire i libri sono meglio di tutto. Andate a vedere su: http://www.icsm.it/libri/anticaroma.html Vi consiglio "Annibale di Gianni Granzotto, Mondadori Editore (1980)"

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