superimago

Il miglior sito italiano di BIOGRAFIE STORICHE

31.10.06

ANITA GARIBALDI (1821-1849)

Si sa ben poco della vita di Anita prima dell'incontro con Giuseppe Garibaldi. Le sue imprese diventano storia da quel momento in avanti, dal giorno in cui lui, capitano di ventura, combattente per la liberta' contro tutti i tiranni del mondo, la vide e se ne innamoro' nel porto dello sperduto paesino di Morro della Barra. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Certamente Ana Maria de Jesus Ribeiro, possedeva un fascino ed un carattere davvero eccezionali per la sua epoca. E' necessario visitare i luoghi dove ha vissuto la sua prima giovinezza per capire quanto una giovane donna, quasi una bambina, potesse essere tanto determinata in un luogo, un ambiente davvero magnifico ma ostile, che presenta ancora oggi (nonostante la presenza di strade e di mezzi moderni), notevoli difficoltà di vita e lunghissime distanze da percorrere. Nata il 30 Agosto del 1821 da Bento Ribeiro da Silva e Maria de Jesus Antunes, ebbe nove fratelli e sorelle, e mostrò ben presto la forza del suo carattere, soprattutto dai dodici anni, quando, rimasta orfana del padre, dovette dedicarsi ai più umili lavori per aiutare la famiglia. Quasi nello stesso momento il fratello di suo padre, Antonio, un attivista repubblicano, fu arrestato dai monarchici, ma riusci a fuggire e si rifugiò nella cittadina di Laguna, dove Ana Maria viveva, e le sue storie di vita alimentarono la vocazione della ragazzina per questa causa. Intanto il suo corpo, ormai gia maturo a 13 anni, attirava molti uomini e dopo qualche spiacevole episodio, per evitare di essere violentata, la ragazzina si rivolse alla Polizia, che però, dati i tempi ed i luoghi, non fece quasi nulla. Così la madre decise di farla sposare con Manuel Duarte Aguiar, un calzolaio che avrebbe potuto anche aiutare la famiglia con il suo lavoro. Costui però era un ubriacone e professava idee monarchiche esattamente opposte a quelle di Ana Maria. La fanciulla rifiutò, ma infine dovette cedere comunque e sposarsi per aiutare la famiglia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il matrimonio fu disastroso e neppure consumato. La ragazza era davvero determinata ed i litigi per la politica locale la fecero precipitare in un baratro di malcostume. Restò a Laguna, ma si dedicò soprattutto a cavalcare ed ai bagni sulle magnifiche spiagge locali. Tre anni più tardi Manuel si arruolò nell’esercito imperiale nemico, lasciando sia la città che la giovane sposa. Nel frattempo Giuseppe Garibaldi, ormai trentaduenne e generale della marina repubblicana, giunse a Laguna con piccole navi trasportate via terra per attaccare di sorpresa la flotta imperiale. Qui conobbe la ragazza presso una fontana. Ne apprezzò le idee, il carattere forte, ed iniziò a frequentarla proprio nei giorni intorno al 29 luglio 1839, quando venne proclamata la Repubblica Juliana (da julio, luglio), con i colori bianco rosso e verde, che comprendeva gli stati di Santa Catarina, il Parana' e parte di Sao Paulo a nord, mentre a sud c'erano il Rio Grande do sul ed un appoggio concreto, politico e militare da parte dell’Uruguai. Naturalmente la cosa avrebbe interessato anche le zone dell'interno, compreso il Mato Grosso do Sul, formando così una nazione piuttosto grande e ricca di risorse naturali. Quando il generale venne invitato da un conoscente a bere un caffè nella casa di Ana Maria, nacque l'amore tra i due, e Garibaldi le disse che in italiano il diminutivo di Ana era Anita. Probabilmente un vezzeggiativo storico, perchè il diminutivo di Ana dovrebbe essere Annina, comunque nacque il nome di Anita. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I due si conobbero con varie vicende, insegnando l'uno per l'altra le tecniche militari e le differenze di costume (famoso e' il fatto che Giuseppe Garibaldi, fino ad allora non sapesse cavalcare), mentre la guerra procedeva lentamente, al contrario della carriera di Anita, che divenne in breve una figura importante nell'esercito repubblicano. Contro il parere di Garibaldi divenne comandante del gruppo logistico dei rifornimenti e dell'infermeria. Purtroppo nello stesso tempo i repubblicani, privi di aiuti sufficienti si stavano rendendo antipatici alla popolazione locale per i furti e le violenze che i comandanti non sapevano controllare. Inoltre Garibaldi aveva uno spirito troppo indipendente per i suoi superiori, che non potevano farne a meno per le sue capacità militari e le idee innovative, ma lo odiavano e lo invidiavano per il suo carattere così determinato. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Intanto la guerra si era trasformata in resistenza, tra alti e bassi e con perdite notevoli da entrambe le parti durante numerose battaglie. Anita venne ferita alla testa in modo superficiale, ma se la cavò senza grandi problemi e decise di tornare a combattere. Durante la battaglia navale di Imbituba il comandante degli imperiali del nord venne ucciso e la flotta si ritirò in attesa di rinforzi. Una fortuna per Garibaldi, che in mancanza di viveri e munizioni tornò a Laguna. Ormai senza soldi però i repubblicani si inimicarono gli abitanti del posto, sequestrando loro ogni bene necessario, mentre lo stesso generale non riuscì ad impedire violenze ed atti di vandalismo da parte delle milizie. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Durante questi episodi Anita non era presente e l'unione con Giuseppe divenne spunto per la popolazione per alimentare l'odio contro i repubblicani. Garibaldi fece di tutto per mandare la sua amatissima Anita (diciottenne) al di fuori di una situazione sempre più impossibile, ma lei non volle abbandonare la lotta. Ormai, con gli imperiali alle porte via terra ed una popolazione ostile, i repubblicani lasciarono la zona ed il 14 dicembre del 1839 si diressero nell'entroterra, a Santa Vitoria. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Può apparire incredibile, ma furono questi giorni di calma che permisero ai due di dormire per la prima volta nello stesso letto. Fu in quei giorni che Garibaldi conobbe lo zio Antonio, che avrebbe in seguito avuto un ruolo importante anche per l’unita' d'Italia. Passarono il Natale insieme, ma la cosa non durò a lungo. Il 13 gennaio del 1840 gli imperiali del nord attaccarono ancora, ed Anita che era responsabile delle munizioni venne leggermente ferita di nuovo, ma questa volta venne anche catturata. Giuseppe Garibaldi quasi impazzì. Non aveva notizie della sua amata ma aveva anche la responsabilità per i suoi soldati. Intanto gli uomini dell'Impero, trovandosi di fronte ad una donna così combattiva e determinata, cercarono di umiliarla in ogni modo, ma, quella che in fondo era ancora una ragazzina, riuscì a resistere ed affermare le proprie convinzioni. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nessuno in quei tempi aveva visto una donna combattere, in quel modo poi, tanto che riuscì a fuggire e raggiungere i suoi. Ma la guerra stava andando sempre peggio per il sud, ed i repubblicani si ritirarono dallo stato di Santa Catarina il 18 marzo 1840, riparando nel Rio Grande do Sul. In quel luogo si trovava un altro italiano, Luigi Rossetti. Egli stava organizzando una campagna di aiuto per i repubblicani e trovò una grande intesa con le idee della ragazza. Amico di Antonio, si mise in mostra nella battaglia di Taquari. La stessa Anita avrebbe voluto partecipare, ma il Generale Bento Gonçalves, comandante supremo glielo vietò in quanto la ragazza stava assumendo un carisma utilissimo alle sue forze armate, ed inoltre era gravida da almeno cinque mesi. Per lo stesso motivo le fu impedito di partecipare alla battaglia di Sao Jose’ do norde, (16 luglio), ed il 16 settembre 1840, in Sao Luiz nacque Menotti, il primo figlio di Anita. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Ma l'episodio più incredibile sulla forza di questa ragazza fu quando gli imperiali tentarono di rapirla di nuovo per ricattare Giuseppe Garibaldi. Uccisero alcune guardie ma lei fece in tempo ad infagottare il bambino di soli dodici giorni, montare a cavallo e fuggire, seminando gli inseguitori. Dopo quattro giorni, stremata ma salva, verra' ritrovata da truppe amiche. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Intanto, dopo qualche tentativo di riappacificazione senza successo, i repubblicani furono costretti a ritirarsi ulteriormente nell'interno dello stato, fatto che preludeva alla disfatta completa. Qui Luigi Rossetti morì in un combattimento di retroguardia, mentre nella migrazione anche molte donne e bambini morirono per la mancanza di ogni cosa essenziale. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Fame, pioggia, freddo, con l'esercito imperiale che incalzava. Garibaldi fu costretto ad uccidere gli ultimi cavalli per fornire un po' di cibo, ed a Sao Gabriel (Vicini all’Uruguai) liberò i suoi uomini e fece disperdere quel che restava dell'esercito, portando la famiglia a Montevideo. Ma la rivoluzione del sud continuò per altri quattro anni, con guerriglie che terminarono solo nel 1845. Ed ancora oggi (2006), a più di 160 anni di distanza gli stati di Santa Catarina e del Rio Grande do sul, conservano uno spirito indipendentista che si manifesta soprattutto con monumenti e feste dedicate alla “Repubblica Juliana”. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Gli eroici gesti di Anita, già conosciuti e particolarmente apprezzati dalla comunità di emigrati italiani in Uruguai, non bastarono comunque a sostenere la famiglia. L'attività di professore di Giuseppe non era economicamente sufficiente, tanto più che Anita era gravida del secondo figlio. Inoltre in quei tempi Garibaldi sosteneva la parità di diritti tra uomini e donne, e la cosa non piaceva ai politici locali. La situazione si fece tanto grave che il Generale venne costretto a riconciliarsi con quello che era diventato l'Impero Brasiliano e che ora minacciava rappresaglie contro lo stesso Uruguai. Il Governo di Montevideo lo ricompensò nominandolo Colonnello dell’esercito e fornendo alla famiglia una migliore posizione economica. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il 28 Marzo del 1842 Anita e Garibaldi ufficializzarono la loro unione nella parrocchia di San Bernandino, in Montevideo. Con questo documento storico, Anita, che ancora usava il nome di Ana Maria de Jesus Ribeiro, venne proclamata (segretamente) eroina della città di Laguna nello stato brasiliano di Santa Catarina. Nel 1998, 156 anni più, tardi il documento originale fu di grande importanza per autorizzare il riconoscimento ufficiale del suo eroismo come brasiliana nata in Laguna. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Garibaldi tornò in Italia e mentre iniziava ad organizzare il piano con il Conte di Cavour per l'unità d'Italia, Anita diede alla luce una figlia, Rosita. Non ci sono tracce certe su una presunta avventura amorosa di Giuseppe con una certa Maria Esteche (spagnola), ma Anita soffrì molto per questa notizia, fino ad ammalarsi. Dopo otto mesi però Giuseppe tornò a Laguna ed i due si riappacificarono. Il 22 febbraio 1845 nacque Terezita, ed il 4 febbraio 1847 nacque il figlio Ricciotti. Rosita aiutò molto la mamma per la crescita di Menotti e Ricciotti, che finirono di diventare ufficiali dell'esercito garibaldino durante l'unificazione dell'Italia. Poi improvvisamente morì e la sua morte inesplicabile pose Anita in un profondo stato di depressione, così finalmente si lasciò convincere a partire per l'Europa. A bordo della nave, accompagnata dai tre figli rimasti, Anita vide l’America per l'ultima volta. Dopo 60 giorni di viaggio, il 2 di marzo del 1848 sbarcò a Genova, dove venne ricevuta da circa tremila persone festanti. Omaggiata da tante bandiere tricolori, fece un breve discorso in italiano che venne diffuso in forma di elogio da tanti giornali. L'8 di marzo Anita si recò dalla suocera, a Nizza, dove Giuseppe la raggiunse il 21 di giugno, ricevendo omaggi ed onori, ma la vita avventurosa dei due era destinata a continuare. Il 9 febbraio 1849 furono a Roma per partecipare alla proclamazione della Repubblica Romana, ma già il 26 dello stesso mese erano a Rieti, per cercare di evitare che Roma fosse attaccata, ma senza successo. Così tornarono a Nizza e finalmente per due mesi visssero in pace per la prima volta. Ma solo 60 giorni, perchè Garibaldi con i suoi legionari volle partecipare alla difesa di Roma e la moglie lo seguì nonostante fosse di nuovo incinta e non stesse bene. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Dopo la storica ritirata da Roma recandosi per Venezia, accompagnati da Padre Ugo Bassi e dal colonnello Leggero che aiutarono molto la donna in quella regione durante quella che venne chiamata “la trafila” una vera e propria caccia dei militari nemici a Garibaldi. Il Sacerdote venne catturato con altri garibaldini e fucilato, mentre Anita riuscì a rifugiarsi nella cascina “Guiccioli” in prossimità di Modena. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Purtroppo stava malissimo ed alle 19.45 di sabato 4 agosto 1849 morì a soli 28 anni (non si conoscono le cause precise), ma incredibilmente la sua storia continuò. I suoi resti furono sepolti e riesumati ben sette volte da vari gruppi di contendenti durante i 10 anni in cui Garibaldi si trovò in esilio. Infine venne sepolta a Roma, ma ci sono varie versioni sul fatto che il marito volle seppellirla di nuovo, in segreto, da qualche parte in Sardegna. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Giuseppe Garibaldi tornò a Torino e concluse le trattative con il Conte di Cavour, arruolò i mille garibaldini con le camicie rosse tipiche del suo esercito e partì da Genova verso Marsala, da dove iniziò l'unità d'Italia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Anita rappresenta oggi il simbolo di una donna forte e motivata che con le sue azioni ha saputo contribuire alla storia di due grandi paesi. Il suo amore per la libertà e per gli ideali repubblicani l'hanno iscritta a lettere d'oro nell'albo dei più grandi personaggi di tutti i tempi.

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

30.10.06

Pirati, Corsari, Bucanieri, Filibustieri

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Chi puo' dire di conoscere realmente la differenza tra Pirati e Corsari oppure tra Filibustieri e Bucanieri? Certamente qualcuno di voi gia' la conosce, ma per quei tanti che non la sanno, eccovi un veloce riassunto a preludio del ciclo Superimago sui razziatori di tutti gli oceani in collaborazione con il blog Desconocidos. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La differenza tra un Pirata ed un Corsaro, consiste nel fatto che quest'ultimo è autorizzato ad assalire e depredare i nemici di uno Stato e quindi i Corsari erano considerati dei combattenti regolari. La qualità di Corsaro veniva comprovata da uno speciale documento detto " Patente di Corsa " , rilasciato dal Sovrano per conto del quale il Corsaro agiva. In virtu' di tale documento, lo Stato incamerava una percentuale notevole sull'intero bottino, ma in cambio in caso di cattura il corsaro non era giustiziato, ma semplicemente considerato prigioniero di guerra. Furono principalmente gli inglesi a creare questa figura di combattente. Il loro scopo era quello di indebolire la potenza marinara spagnola. Verso la metà del XVII secolo cio' avvenne e costitui' un risultato soddisfacente per il governo inglese di quel tempo che, di conseguenza, fece diminuire le imprese dei corsari. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Ovviamente il loro posto fu preso dai Pirati. Fu quello il periodo in cui naquero i Bucanieri. Questo nome veniva dato dapprima agli abitanti di Haiti, erano bianchi di origini diverse che si erano stanziati nell'isola come coloni. Essi mangiavano carne che facevano affumicare sul Boucan, apparecchio costituito da pali, usati appunto per questo scopo. Dal nome Boucan derivò poi quello di Bucanieri. Dapprima essi furono semplici cacciatori e pastori, poi gli Spagnoli fecero razzie e stragi sull'isola, tanto che questa divenne povera di prodotti e di selvaggina. Allora ciò che i Bucanieri non trovarono più nei boschi, lo cercarono altrove, specialmente sul mare. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il covo dei Bucanieri fu per molto tempo situato in un'isola adattissima allo scopo, poichè aveva un'unica via d'accesso e tutt'intorno si elevavano coste altissime e ripide completamente inaccessibili. Gli scopritori dell'isola l'avevano paragonata al dorso di una enorme tartaruga e per questo, l'avevano chiamata Tortuga. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Da Tortuga (oggi chiamata Santo Domingo, luogo delle avventure del reality DESCONOCIDOS) partirono le spedizioni dei più grandi e crudeli Pirati dell'epoca : Bartolomeo Portoghese, Francesco Nau detto l'Olonese, Rock il Brasiliano ed Henry Morgan, detto il re dei Bucanieri, autore di gesta mirabolanti che ancor oggi suscitano stupore e sgomento. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Gli Inglesi che si trovavano fra i Bucanieri si chiamavano Freebooters (saccheggiatori), da cui derivò il termine francese Filibustiers e l'italiano Filibustieri. Per un certo tempo i bucanieri erano distinti dai Filibustieri, ma poi i due nomi servirono a designare indifferentemente i pirati delle Antille e i pirati in generale. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Per approfondimenti: I Razziatori a Tortuga, La Pirateria (Wikipedia).

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

29.10.06

LUCREZIA BORGIA (1480-1519)

Lucrezia Borgia Duchessa di Ferrara e' la prima protagonista della nuova collana Superimago sulle donne della storia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Lucrezia e' un personaggio molto affascinante della storia del rinascimento italiano. Rappresenta ad un tempo la crudelta' dei tempi in cui ha vissuto ed il desiderio di obbedienza (anche a scapito della liberta' personale) delle donne di allora. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nel XV secolo le fanciulle di buona famiglia erano considerate unicamente come merce di scambio. Date in moglie per rinsaldare intese politiche o accordi economici. Gia' dalla sua piu' tenera giovinezza, la protagonista della nostra biografia visse questa condizione di "donna rinascimentale" sulla sua pelle, pagandone le conseguenze anche agli occhi della storia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Per molto tempo fu considerata un personaggio corrotto e perverso della corte rinascimentale italiana. Fu accusata di colpe, dovute anche all'odio suscitato dai suoi familiari, che vennero ingrandite fino ad essere rese leggendarie, alimentando la polemica anticlericale del secolo precedente. Ma chi scrive pensa che la stragrande maggioranza delle accuse che le si rivolgono siano frutto dell'ambiente corrotto in cui si e' dovuta destreggiare e delle imposizioni che le erano imposte dalla sua famiglia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ A dodici anni fu fatta fidanzare, per procura, con un nobile spagnolo, don Gaspare da Procida, ma l'unione fu sciolta dal padre, divenuto intanto il pontefice Alessandro VI, che la diede in moglie a Giovanni Sforza, signore di Pesaro. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Ma già nel 1497, il Papa, alleatosi col re di Napoli, nemico degli Sforza annullò il matrimonio della figlia, dandola in sposa ad Alfonso d'Aragona, duca di Bisceglie (terzo matrimonio a soli 17 anni). Dalla loro unione nacque un figlio, Rodrigo. Quando però, la politica di Alessandro VI subì un importante cambiamento, grazie anche all'appoggio concesso a Luigi XII di Francia per le sue pretese sul regno di Napoli, Alfonso temette per la propria vita e fuggì da Roma. Tornato poi per riunirsi alla moglie, dopo un anno fu ucciso, per ordine di Cesare Borgia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Non ci si puo' meravigliare se gli storici di tutte le epoche hanno considerato Lucrezia Borgia come l'avvelenatrice e l'assassina del rinascimento. La sua vita negli anni della giovinezza e' costellata di lutti e (sicuramente) violenze di ogni tipo. Costretta dalla sua famiglia a sposarsi a piu' riprese, a sciogliere quelle unioni ogni qualvolta un nuovo disegno politico lo imponesse, a perdere, o addirittura eliminare i propri mariti, assecondando cosi' i desideri di padre e fratello, Lucrezia deve avere incominciato ad odiare gli uomini che la obbligavano a vivere questa vita. La sua fama pero' doveva ancora accrescersi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Dopo aver trascorso un breve periodo a Nepi, Lucrezia tornò a Roma, esercitando a due riprese la reggenza per conto del padre. Come il piu' famoso fratelo Cesare, "Il Principe" di Machiavelli, anche Lucrezia mostrava la capacita' di governare e di ...raggiungere il fine (con ogni mezzo). ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Allo scopo di rafforzare la signoria di Cesare in Romagna, Lucrezia fu data nuovamente in sposa (quarto matrimonio), questa volta ad Alfonso d'Este, erede legittimo del ducato di Ferrara. Da Alfonso Lucrezia ebbe tre figli, tra cui il futuro cardinale Ippolito d'Este. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nel 1505, Alfonso diventò duca, ma già negli anni precedenti Lucrezia aveva ottenuto un posto di riguardo in quella corte, resa illustre dai più famosi personaggi della cultura e dell'arte italiana. Pietro Bembo le dedicò Gli Asolani , Ariosto celebrò le sue virtù in una stanza dell'Orlando Furioso e nelle Satire. Dopo la morte del padre e del fratello, un'altra tragedia turbò la sua breve e tormentata vita: l'uccisione di Ercole Strozzi (probabilmente suo amante), forse per mano del marito geloso. Mori' nel 1519 ad appena 39 anni. La sua vita turbolenta, dominata dall'intrigo, dalla politica e dalla morte, ci permette di tracciare un'immagine piuttosto cupa del ruolo della donna nel rinascimento. Lucrezia fu usata come merce di scambio e portata a compiere atti crudeli e grandi sacrifici, ricercando unicamente il potere per la sua famiglia e privandosi di fatto della propria vita. Ma ebbe anche la forza di farsi largo nella storia, in un mondo rinascimentale dominato dagli uomini, in un periodo nel quale nessun'altra donna come lei ha saputo lasciare traccia.

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

28.10.06

ALESSANDRO IL MACEDONE (personaggi storici)

Aléxandros Mégas Re di Macedonia col nome di Alessandro III (356-323 a. C.). Figlio di Filippo II di Macedonia e di Olimpiade, principessa d'Epiro, fu educato da Aristotele, a cui Filippo aveva dato l'incarico di completare la sua istruzione, e dal suo maestro derivò la versatilità di interessi che gli fu propria. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ A sedici anni gli fu affidata dal padre, occupato nell'assedio di Bisanzio, la reggenza in Macedonia, due anni dopo si distinse nella battaglia di Cheronea (338 a.C.). Alessandro, che predilesse sopra ogni altro poeta Omero e amò identificarsi con Achille, del quale aveva l'ambizione sfrenata di gloria e l'animo sempre pronto a cedere alle più opposte passioni, conscio della sua grandezza, amò credere in una sua nascita divina già prima che questa gli venisse ufficialmente confermata dall'oracolo di Zeus-Ammone. La sua figura è stata in ogni tempo particolarmente studiata: la critica moderna si è soffermata soprattutto sulla genesi della sua concezione teocratica e sulla natura e l'originalità della sua strategia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Salito al trono nel 336 a.C. in seguito all'oscuro assassinio del padre, dovette affrontare una sorda opposizione interna e soprattutto, all'esterno, il pericolo di defezione delle recenti conquiste e di insurrezione degli Stati greci. Domata l'opposizione interna, facendo eliminare con fredda determinazione quanti avrebbero potuto rivendicare aspirazioni successorie, soprattutto i congiunti della matrigna Cleopatra, con una rapida campagna militare egli rafforzò poi il suo potere sulle tribù illiriche e danubiane di recente sottomesse dal padre. Infine, dopo essersi fatto confermare con una prima spedizione in Grecia il titolo di egemone della Lega di Corinto, scese una seconda volta nella penisola, stroncò (335 a.C.) l'aperta insurrezione di Tebe e, come monito, fece decretare dalle stesse città elleniche la distruzione della città. Consolidata così la sua posizione in Macedonia e in Grecia, si accinse a realizzare, in nome della grecità, la spedizione in Persia progettata dal padre. Sbarcato nel 334 a.C. in Asia con un esercito di 40.000 uomini e 5000 cavalieri e una flotta di 160 navi, si congiunse con il primo distaccamento già inviatovi dal padre e trincerato in Abido. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La vittoria di Granico (334 a.C.) gli assicurò una facile penetrazione in Asia Minore fin oltre Tarso; le forze persiane avevano tentato di opporre resistenza a Mileto e Alicarnasso, ma entrambe le città furono conquistate e Alessandro, dopo aver attraversato Licia, Panfilia, Psidia e Frigia, scese senza incontrare resistenza in Cilicia. Un nuovo scontro con le forze di Dario III, che aveva preparato la resistenza e pensava di sorprendere Alessandro alle spalle, si risolse in una nuova completa vittoria del Macedone a Isso (333 a. C.). Con ciò Alessandro aveva la strada aperta per occupare tutti i possedimenti costieri dell'Impero persiano; così, per garantirsi le spalle prima di spingersi nelle regioni dell'interno, s'impossessò in poco più di un anno di Siria, Fenicia ed Egitto. Qui egli fondò Alessandria nella zona del delta del Nilo e, spintosi con una marcia avventurosa in pieno deserto, raggiunse l'oasi di Siwa dove, in un santuario dedicato a Zeus-Ammone, grazie alla compiacenza dei sacerdoti ebbe una specie di investitura sacra e fu riconosciuto dal dio successore dei faraoni. Ripresa la marcia verso l'Asia, egli si scontrò un'ultima volta con le truppe di Dario a Gaugamela (331 a.C.); la Mesopotamia e con essa il resto del Paese erano ormai in suo potere. L'anno seguente (330 a.C.) lo stesso Dario III venne ucciso a tradimento da un satrapo della Battriana. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Alessandro poteva ora riposarsi nelle grandi capitali di Babilonia, Susa, Persepoli ed Ecbatana; qui, assumendo il titolo di "gran re" e i contrassegni esteriori dei dinasti persiani, si atteggiava a loro legittimo successore. Sia l'introduzione di un cerimoniale persiano, che comportava l'umiliante genuflessione davanti al re, sia il principio della divinizzazione in vita del monarca crearono però tra gli intimi di Alessandro e nell'esercito un disagio che si mutò spesso in ostilità aperta. Avvennero alcune congiure cui seguì una violenta repressione; Parmenione e suo figlio Filota furono tra le prime vittime. Nel 328 a.C. lo stesso Alessandro uccise di sua mano Clito il Nero che gli rinfacciava la pretesa di farsi considerare figlio di Zeus e l'adozione di riti e usi estranei ai Macedoni. In Alessandrointanto l'idea di un'investitura divina si era intimamente associata a quella di una monarchia universale; con una marcia attraverso le satrapie orientali egli meditava di raggiungere l'India. Inseguendo Besso, l'uccisore di Dario, sottomise le regioni che via via attraversava finché, raggiuntolo in Battriana, lo fece condannare a morte da una corte persiana (329 a. C.). Qui l'anno successivo, dopo aver assoggettato la limitrofa Sogdiana, sposava Rossane, una principessa indigena; il matrimonio di Alessandro e l'imposizione della proskynésis (la genuflessione) provocarono la cosiddetta "congiura dei paggi" in seguito alla quale, per esservi stato coinvolto, fu condannato a morte Callistene, parente di Aristotele e storico ufficiale di corte. Nel 327 a.C. , varcato l'Indo, Alessandro iniziava con un esercito di 40 mila uomini la grande spedizione in India; sconfitto il re Poros nella battaglia dell'Idaspe e arrivato fino al fiume Ifasi, egli meditava di raggiungere l'Oceano Indiano. Le truppe macedoni rifiutarono però di procedere oltre e Alessandro decise la ritirata. Costruita una flotta scese, con una parte dell'esercito il corso dell'Ifasi e raggiunse le foci dell'Indo; di là, con una snervante marcia lungo il litorale, tornò in Persia mentre Nearco, il suo ammiraglio, esplorava il Golfo Persico, e, risalendo il Tigri, raggiungeva Susa per via fluviale. Giunto a Susa nel 324 a. C., Alessandro indiceva feste grandiose per celebrare la fine della guerra e cercava poi di attuare il suo programma di completa fusione tra vincitori e vinti, concepiti come partecipi di un nuovo impero di cultura greca e di concezione teocratica persiana. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Egli sviluppò perciò i rapporti commerciali, fondò numerose città, cui per lo più diede il suo nome, favorì le unioni tra i propri ufficiali e giovani persiane; in quel periodo ben diecimila veterani e ottanta ufficiali si unirono in matrimonio con donne persiane e lo stesso re sposò in seconde nozze la figlia di Dario, Statira. Conquistata la Persia, raggiunta l'India, iniziata l'unificazione delle terre soggette, Alessandro preparava, secondo alcune fonti, una grande campagna in Occidente. La morte, avvenuta per malattia il 13 giugno del 323 a.C., pose fine ai suoi progetti. Toccò poi ai suoi successori togliere ai Greci quello che ancora rimaneva di libertà, segnando la fine della polis. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Le premesse di questa politica erano già state poste da Alessandro con la sua idea anticipatrice della monarchia universale e divina, fattore di coesione tra diverse realtà politiche e sociali, comportante il superamento delle differenze locali. Con la scomparsa del Macedone, l'immenso impero si dissolveva, spezzandosi in unità minori, le monarchie ellenistiche, governate dai luogotenenti e successori (i diadochi). L'idea universalistica associata al culto divino dei re, nel quale la concezione eroica greca si veniva a fondere con quella teocratica del mondo orientale, sopravviveva tuttavia in tali unità favorendo il diffondersi, in un'ampia area euroasiatica, dei valori morali e intellettuali creati dalla polis greca. La scienza militare considera Alessandro uno dei più grandi capitani della storia; così lo giudicarono il piu' grande tra i piu' grandi condottieri quali Annibale, Cesare, Gustavo Adolfo, Turenne, Napoleone. Del suo esercito Alessandro fece uno strumento di formidabile efficienza. Perfezionò innanzitutto la falange, rendendola irresistibile nell'urto e insuperabile nella difesa. Il fattore veramente nuovo nell'organizzazione militare di Alessandro fu tuttavia l'impiego della cavalleria, che divenne l'arma offensiva per eccellenza. La falange era destinata ad agganciare e a trattenere il grosso del nemico mentre la cavalleria pesante caricava a fondo non solo la cavalleria ma anche la fanteria avversaria. Lo schema di tutte le grandi battaglie di Alessandro presenta sostanzialmente le stesse caratteristiche: la massa delle fanterie posta al centro su due colonne, la cavalleria alle ali, con i reparti scelti a destra e comandati personalmente da Alessandro. L'urto di questa cavalleria decideva le sorti della battaglia: Alessandro attaccava il nemico sempre su un fianco oppure avviluppava il centro avversario in una vigorosa manovra di doppio aggiramento, valorizzando al massimo il combattimento d'ala. Il genio militare di Alessandro non fu però mai prigioniero di una formula, ma si adattava senza posa alle contingenze. Uomo d'azione, prendeva e manteneva sempre l'iniziativa sul nemico partecipando personalmente alle battaglie più sanguinose. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Tattico geniale, fu anche stratega accorto. Dopo la vittoria sfruttava il successo con l'inseguimento e la distruzione del nemico, con il controllo delle piazzeforti, la conquista dei magazzini e dei tesori avversari. Ebbe per regola costante di tenere unite le sue forze senza lasciarsi distrarre da scopi secondari a scapito dell'obiettivo principale; comprese la necessità di procurarsi in tempo notizie sul nemico e di garantire il suo esercito da sorprese e impiegò quindi largamente la cavalleria anche nel servizio di avanscoperta e di esplorazione lontana. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Alessandro lasciò traccia anche nella poliorcetica. Il suo esercito era infatti largamente dotato di macchine da guerra: torri su ruote, arieti, catapulte leggere per il lancio dei giavellotti e pesanti per quello delle pietre. Questo apparato tecnico era completato da reparti di zappatori e di pontieri, dagli addetti ai servizi dei trasporti, all'intendenza per il rifornimento dell'esercito con acquisti e requisizioni, al servizio sanitario, a una sezione topografica e al servizio dei dispacci che disponeva di corrieri e di stazioni di segnalazione ottica. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La vita e le imprese di Alessandro divennero leggendarie e ispirarono numerosi scrittori e storiografi oltre che la vita di grandi personaggi come Cesare (in lacrime di fronte alla sua statua a Cadice) e Napoleone (affascinato dalle sue vittorie e preso dalla sua stessa fame di gloria). ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Alessandro e' l'esempio di come le gesta di un uomo possano cambiare la sua storia insieme a quella dell'intera umanita'. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Per approfondire i libri sono meglio di tutto. Andate a vedere su: http://www.icsm.it/libri/anticagreca.html Vi consiglio "La vita quotidiana degli eserciti di Alessandro Magno di Paul Faure, BUR"

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

27.10.06

PER LA COLLANA "I GRANDI PERSONAGGI"

Il nuovo personaggio di oggi e' : Alessandro il Macedone

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

Nuova Collana Superimago "LE GRANDI DONNE"

Sollecitato da "numerose ed insistenti" richieste da parte dei lettori del mio blog, ho deciso di incominciare la creazione di una nuova collana di pubblicazioni. Il titolo della nuova collana sara': ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ "Le Grandi Donne della Storia" ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Le pubblicazioni inizieranno ai primi di novembre e ci saranno biografie ed immagini su: ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Matilde di Canossa, Cornelia, Messalina, Lucrezia Borgia, Caterina de' Medici, Cleopatra, Giovanna D'Arco, Anita Garibaldi, Maria Teresa D'Austria, Madre Teresa di Calcuta,
Margaret Thatcher...etc
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Invito tutte le lettrici di Superimago a proporci nuovi temi e personaggi femminili e non di interesse storico. Tutti i suggerimenti sono graditi!!! Buona lettura

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

26.10.06

GENGHIS KHAN (personaggi storici)

Genghis Khan, il Khan di tutti i mongoli, il capo dell'orda d'oro, il padrone dell'asia, il conquistatore del mondo. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Infanzia tra realta' e leggenda: ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I primi anni di vita di Genghis Khan sono descritti in modo pittoresco e leggendario nella Storia segreta dei Mongoli. Ghengis nasce con il nome di Temüjin, probabilmente tra il 1155 e il 1160 primogenito di Yesügei, un capo della tribù mongola dei Kiyad. Il clan a cui appartiene è detto Borjigin. I primi anni di vita del futuro dominatore di quasi tutta l'Asia sono segnati dalla morte del padre, nel 1175 ad opera dei confinanti Tartari e l'ostracismo della tribù che non intende accettare un capo troppo giovane. Negli anni che seguono Temüjin e la famiglia vivono come poveri nomadi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La conquista del trono : ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Non appena ha l'età per combattere entra al servizio di Toghrul, khan dei Karauti, in quel momento forse il capo mongolo più potente, vassallo dell'imperatore Chin. Durante questo periodo conosce alcuni di quelli che diventeranno, in seguito, suoi generali Jelme, Sübetei, Jebe, Muqali. Ben presto Temüjin divenne uno dei possibili candidati al titolo di Gran Khan, carica rimasta vacante dopo le sconfitte subite ad opera dei Chin. La lotta per il potere dura alcuni anni ed ha termine quando il futuro sovrano dei Mongoli sconfigge le forze dei Karaiti e dei loro alleati. Nel 1206 Temüjin (il fabbro secondo una discutibile interpretazione linguistica), durante un khurultai (un concilio di capi tribù), ottiene il titolo di Genghis Khan che significa "sovrano universale", o meglio ancora "grande oceano". Le tribù unificate adottano il sistema militare degli Unni basato sul sistema decimale. L'esercito viene suddiviso in unità di 10, 100, 1000 e infine 10000 tumen (soldati). Durante gli spostamenti i soldati portano con se le famiglie e tutti i cavalli, che spesso ammontano almeno a tre o quattro per cavaliere, avendo così sempre mezzi di trasporto freschi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La creazione dell'Impero : ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Contemporaneamente al khurultai Gengis Khan si trova coinvolto in una disputa con gli Xia Occidentali; è questa la prima guerra del nuovo khan che, malgrado le difficoltà di conquistare le ben fortificate città degli Xia, ottiene una sostanziale vittoria e quando nel 1209 viene stipulata la pace gli Xia sono praticamente ridotti ad un protettorato ed il loro imperatore accetta Genghis Khan come suo signore. Nella capitale venivano inviati oggetti d'oro da tutte le parti del regno, per accrescere il tesoro reale. In cambio venivano rilasciati dei certificati di possesso cartacei, equivalenti alle odierne banconote. Queste somme, come l 'oro, erano spendibili dai proprietari per l'acquisto di beni e servizi. Con una simile riserva aurea, fu possibile coniare la moneta necessaria per le spese di guerra. Con la concquista di nuove terre e oro, la riserva veniva reintegrata potendo finanziare nuove conquiste. Un obiettivo di maggior respiro è la conquista dello Stato di Chin sia per vendicare antiche sconfitte ma anche per conquistare le ricchezze del nord della Cina. Genghis Khan dichiara guerra nel 1211 e inizialmente le operazioni contro la Chin hanno lo stesso andamento di quelle contro gli Xia. I Mongoli attengono numerose vittorie in campo aperto ma falliscono nei loro tentativi di conquistare le principali città.Con la mentalità che gli è tipica, logica e determinata, Ghengis ed i suoi ufficiali superiori si dedicano allo studio delle tecniche di assedio. Aiutati da ingegneri cinesi essi gradualmente sviluppano le tecniche che infine faranno di essi degli specialisti della guerra d'assedio.Come risultato delle vittorie in campo aperto e di alcune conquiste di fortificazioni i mongoli nel 1213 si spingono a sud della Grande Muraglia. Essi avanzano con tre eserciti fino al cuore del territorio della Cina tra la Grande Muraglia ed il fiume Huang He. Genghis Khan sconfigge gli eserciti cinesi, devasta il nord della Cina, conquista numerose città ed infine nel 1215 assedia, conquista e saccheggia la capitale dei Chin, Yanjing (in seguito nota come Pechino). Malgrado ciò l'imperatore Chin Xuan Zong non si arrende e sposta la capitale a Kaifeng. Qui, nel 1234 il suo successore verrà definitivamente sconfitto ponendo fine alla dinastia Chin. Nel frattempo Kuchlug, deposto khan della tribù mongola dei Naiman, fugge verso ovest ed usurpa il trono nel khanato Kara-Khitan, il più occidentale degli alleati di Genghis Khan. Il momento è poco favorevole per i mongoli, l'esercito è esausto dopo dieci anni di guerre continue prima contro gli Xia e poi contro gli Chin. Comunque invia, accompagnato solamente da due tumen ( 20000 soldati) un brillante generale Jebe, contro Kuchlug. Una rivolta fomentata da agenti mongoli riduce le forze dell'usurpatore che infine viene sconfitto, catturato e giustiziato. Il Kara-Khitan viene annesso allo Stato mongolo. Nel 1218 le terre controllate da Genghis Khan si estendono verso ovest fino al lago Balkhash confinando con Khwārezm, uno Stato islamico che giunge fino al Mar Caspio ad ovest ed al Golfo di Persia ed al Mar Arabico a sud. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La guerra contro Khwārezm : ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nel 1218 Genghis Khan invia alcuni emissari nella provincia più orientale del Khwārezm (Corasmia) per parlamentare con il governatore di queste. Gli emissari mongoli vengono però trucidati e Genghis Khan reagisce allora inviando un esercito di 200.000 soldati. La campagne che segue è forse una delle più sanguinose, molte città vengono messe a ferro e fuoco e le loro popolazioni sterminate; secondo alcune tradizioni nella sola città di Merv vengono uccise un milione e mezzo di persone. Nel 1223 il Khwārezm viene annesso ai domini mongoli. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La campagna finale : ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Durante la campagna contro Khwarizm l'imperatore degli Xia occidentali (vassallo dei mongoli) che si era rifiutato di prendere parte alla guerra stringe un alleanza anti mongola con i Chin. Dopo aver fatto riposare ed aver riorganizzato l'esercito Genghis Khan si prepara alla guerra contro di loro. Nello stesso tempo, conscio del passare degli anni, Genghis decide di dare delle regole per la sua successione in modo da evitare conflitti tra i suoi discendenti. Egli nomina Ogodei, suo terzo figlio, come successore e stabilisce un criterio per la selezione dei successivi khan, specificando che essi dovranno essere suoi discendenti diretti. Nel 1226 Genghis Khan attacca i Tanguti accusandoli di aiutare i suoi nemici. Nel febbraio di quell'anno conquista le città di Heisui, Gan-zhou e Su-zhou. In autunno prende Xiliang-fu. Un generale Xia sfida i mongoli in battaglia vicino ai monti Helanshan (Helan significa grande cavallo nel dialetto del nord) ma le sue armate vengono sconfitte. In Novembre Genghis pone l'assedio alla città tanguta di Ling-zhou, attraversa il Fiume Giallo e sconfigge un esercito di soccorso Xia. Nel 1227 Genghis attacca la capitale dei Tanguti ed in febbraio assume il controllo di Lintia-fu. In marzo conquista la prefettura di Xining e la città di Xindu-fu. In aprile conquista la prefettura di Deshun dove il generale Xia. Ma Jianlong, resiste per giorni guidando personalmente le cariche cariche di cavalleria fuori dalle porte della città. Ma Jianlong infine cade trafitto da una freccia e Genghis, dopo aver conquistato Deshun si muove verso le montagne Liupanshan per sfuggire alla calura dell'estate. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ La fine : ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ A metà del 1227 Genghis Khan si ammala nuovamente e si rende conto che la sua fine si avvicina, dopo aver confermato Ogodei come successore detta, dal suo letto di morte, al figlio più giovane, Tolui, le istruzioni per completare la distruzione dell'impero Chin. Muore il 24 agosto 1227 ed il suo corpo viene riportato in Mongolia e sepolto in una località segreta. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'eredità di Genghis Khan : ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'impero fondato da Genghis Khan presenta luci ed ombre; accanto a iniziative positive come il sistema postale, il divieto all'uso della tortura, l'esenzione per insegnanti e dottori al pagamento delle tasse, il principio della libertà di religione molti cronisti forniscono dati impressionanti sulle stragi compiute dai Mongoli durante le loro conquiste. Ad esempio, la Cina avrebbe avuto prima dell'invasione una popolazione di 100 milioni di abitanti che si riducono a 60 milioni nel 1300, ossia circa 50 anni dopo la conquista dei Mongoli.

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

Immagini GENGHIS KHAN


Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

22.10.06

ANNIBALE (personaggi storici)

Ecco il racconto della vita e degli atti eroici di un altro grandissimo personaggio storico: Annibale Barca il cartaginese. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Annibale trascorse l’infanzia nel clima della sconfitta bruciante subita dal padre, il generale Amilcare Barca, nella prima guerra punica. In lui, incoraggiata dal suo precettore, nacque e si rafforzò, così, un’istintiva vocazione alla guerra, che gli permise di passare da figlio del generale che conquistò la penisola Iberica a vendicatore in prima persona. Nell'anno 221 a.C., Annibale, appena venticinquenne, divenne il generale in capo dell'esercito cartaginese. Uomo deciso e spartano, personaggio dal grande carisma e dal grande coraggio in battaglia, era crudele e sanguinario e aveva scarso rispetto per gli Dei. Questa e' ovviamente la sua figura tratteggiata dagli storici romani che, per ovvie ragioni, non lo amavano affatto. In realta' cio' che interessava più di tutto al giovane generale era la sconfitta di Roma, per rispettare la promessa fatta al padre, comandante degli eserciti di Cartagine nella prima guerra punica. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'unico desiderio di Annibale era la distruzione dell'odiata Roma e l'unico modo per ottenerla era quello di scatenare una seconda guerra punica. Per fare entrare in guerra i romani aveva pero' bisogno di un pretesto. Nel 219 a.C. finalmente lo trovo' cominciando l'assedio di Sagunto, una città autonoma protetta da Roma. La espugnò dopo otto mesi d'assedio. I romani mandarono le loro ambasciate sia in Spagna sia a Cartagine, intimando al nemico di rispettare i patti e l'autonomia della città. Annibale ignoro' gli ultimatum ed ottenne il suo primo obiettivo: creare il 'Casus Belli' e coinvolgere Roma in una lunga guerra. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ A Cartagine Annone il Grande, fautore della pace con i romani, era stato messo in minoranza dalla potente famiglia dei Barca, i quali permisero agli ambasciatori romani di ufficializzare formalmente il conflitto. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Annibale era tutt'altro che un generale sprovveduto ed aveva pianificato la sua campagna militare con largo anticipo. Si apprestava ad invadere il territorio di Roma da nord, nel 218 a.C. attraversando le Alpi. La strategia di Annibale era basata sulla sorpresa che una tale impresa avrebbe suscitato nelle legioni romane che sarebbero state impiegate in difesa del territorio della repubblica. Confidava inoltre nel fatto che, attraversando i territori delle tribu' barbariche stanziate tra le odierne Spagna e Francia e nella pianura padana, il suo esercito sarebbe cresciuto di numero acquisendo nuovi alleati alla causa di Cartagine. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il suo esercito era composto da 50.000 fanti e 90.000 cavalieri, nonché da trentasette elefanti. Passato l'Ebro, attraversò non senza difficoltà i Pirenei, e qui si trovò di fronte alle popolazioni galliche. Nonostante l'opposizione dei volsci e le difficolta' incontrate nell'attraversamento del Rodano con gli elefanti nel settembre del 218 a.C. Annibale giunse al passo del Monginevro. Attraversò le Alpi con gli Elefanti e il suo esercito, in una lunga carovana, per sentieri impervi e spaventosi, sotto le tormente di neve. Moltissime furono le perdite tra gli elefanti e gli uomini dell'esercito, nonostante ciò Annibale riuscì nel suo intento di ridiscendere i monti e affacciarsi sulla Pianura Padana. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nel frattempo Roma aveva affidato il comando delle legioni a due Consoli: Publio Cornelio Scipione (padre del grande Scipione l'Africano), patrizio, e a Tiberio Sempronio Longo, plebeo. Il Primo doveva partire per la Spagna, il secondo sbarcare in Africa per colpire Cartagine al cuore. La notizia dell'invasione dalle Alpi fece saltare tutti i piani, e i due eserciti dovettero frettolosamente ritornare in Italia quando già erano sulla via dei rispettivi obiettivi (Longo era già arrivato a Malta). Il primo obiettivo strategico di Annibale era stato raggiunto, il suo nemico era disperso e vulnerabile ad un'attacco diretto al cuore del suo territorio. Con sorpresa dei romani, che credevano i cartaginesi stanchi e malridotti per l'attraversamento delle montagne, l'esercito di Annibale inflisse una sonora sconfitta a quello di Scipione presso il Ticino, grazie all'aiuto di una formidabile cavalleria. Lo stesso generale romano fu salvato dal suo giovane figlio diciassettenne, Publio Cornelio. Scipione, ferito, si ritirò a Piacenza, dove aspettò di ricongiungersi all'esercito di Longo, che proveniva da Ariminum attraverso la Flaminia. 35.000 erano i romani, 20.000 i cartaginesi, con il loro seguito di alleati. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Ma nel dicembre del 218 a.C. il gelo era tremendo. Con un tranello Annibale attirò l'esercito romano in una trappola sul fiume Trebbia, gli elefanti sbaragliarono i romani, la sconfitta fu disastrosa. A Roma cominciavano a temere un'invasione simile a quella subita da Brenno (che era riuscito a giungere alle porte della citta'). Nel frattempo, il fratello maggiore di Publio Scipione, Gneo, otteneva buoni successi in Spagna, cercando di interrompere i collegamenti tra Annibale e la penisola iberica. Proprio il teatro di guerra spagnolo sottrasse ad Annibale gli aiuti necessari per la conclusione vittoriosa della campagna. tornando pero' al momento delle vittorie del Trebbia e del Ticino, questo era per Annibale un momento favorevolissimo. Con i due consoli oramai fuori combattimento il comando dell'esercito romano era stato affidato a Caio Flaminio (il costruttore della Flaminia), plebeo, a furor di popolo. Annibale giunto in Etruria si affido' ancora una volta all'astuzia per vincere una delle sue piu' belle battaglie. La battaglia del lago Trasimeno del giugno del 217 a.C. Il grande generale cartaginese nascose i suoi fanti nella foresta vicino alla strada che i romani dovevano percorrere e gli tese una vera e propria imboscata. Quando i fanti iniziarono a perdere il loro impeto, li fece ritirare, facendo intervenire allo stesso tempo la cavalleria al galoppo lungo la strada. Flaminio morì e con lui 15.000 romani persero la vita mentre altri 12.000 si disperdevano frettolosamente. Con queste prime battaglie Annibale aveva sciolto le legioni romane come neve al sole sottraendo al controllo della repubblica la Gallia Cisalpina (la Pianura Padana) e gettando scompiglio in Etruria. Nel 217 a.C. i romani sono alle corde, combattuti e vinti ripetutamente da un nemico scaltro e audace, ricorrono alle loro strutture statali per uscire dalla crisi. Percio' come avviene nelle emergenze le sorti della città vengono affidate ad un dittatore. Il generale Quinto Fabio Massimo (chiamato piu' avanti "Il Temporeggiatore"), di discendenza patrizia e già vittorioso contro i liguri. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Egli compie una scelta coraggiosa e decide di non attaccare Annibale, ma di fortificare le mura della città e compiere azioni di disturbo nei confronti del suo nemico negandogli i rifornimenti tramite la tattica della 'terra bruciata'. Annibale da parte sua mancava della capacita' di procurarsi o costruire macchine d'assedio per attaccare direttamente Roma e prosegui' per questo con un piano di accerchiamento. Egli intendeva conquistare i popoli italici sia del nord che del sud, in modo tale da indebolire la supremazia romana e schiacciarla nella morsa di una generale insurrezione popolare. Incontrata una imprevista resistenza a Spoleto, saltò la città ostile e si diresse verso l'Apulia (l'odierna Puglia). Le colonie romane di Lucera e Venosa lo contrastarono però vigorosamente, cosicché decise di dirigersi verso la Campania in direzione del Sannio. Quinto Fabio Massimo adottava una tattica attendista. Il suo esercito seguiva quello cartaginese da vicino, senza ingaggiare battaglia, nell'attesa di trovarsi sul terreno favorevole per attaccare. Fatto sta che i cartaginesi continuavano a saccheggiare i paesi che attraversavano, e lo scontento cominciava a farsi largo tra il popolo. Marco Minucio Rufo, detrattore di Fabio Massimo, non perdeva occasione per cavalcare il malcontento popolare e stigmatizzare la tattica "codarda" del generale romano. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ In effetti un'occasione si presentò a Fabio Massimo: l'esercito cartaginese si era imbottigliato fra Teano e Cales. Fabio Massimo controllava l'uscita della valle, ma Annibale, con uno stratagemma degno di Ulisse, riuscì a cavarsela anche questa volta: ordinò di attaccare delle fascine sui fianchi di una mandria di buoi e poi, appiccato il fuoco, la scagliò contro l'esercito romano. Lo scompiglio fu tale che i cartaginesi ebbero il tempo di fuggire. Il desiderio di vendetta dei romani pero' ebbe il sopravvento quando nella primavera del 216 a.C. , scaduta l'investitura di Quinto Fabio Massimo, furono eletti due nuovi consoli. Lucio Emilio Paolo, patrizio, e Caio Terenzio Varrone, di "esemplare" estrazione plebea (figlio di un macellaio, egli stesso in passato garzone) non persero tempo e attaccarono "finalmente" Annibale per lavare nel sangue cartaginese le sconfitte subite dalla repubblica. Lo scontro tra i due eserciti avvenne a Canne, sconosciuto villaggio nei pressi del Gargano. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I romani avevano a disposizione 50.000 fanti e 6.000 cavalieri, i cartaginesi 35.000 fanti e 10.000 cavalieri. L'esercito romano era però svantaggiato dal disaccordo tra i due consoli, l'uno era contro le decisioni dell'altro, il patrizio contro il plebeo (Napoleone disse in proposito:"Meglio un cattivo generale che due splendidi condottieri dello stesso esercito."). Annibale ne approfitto' e mise in camo la sua consueta astuzia. Finse la diserzione di 500 numidi e, giunti presso i romani, i soldati che si fingevano arresi sguainarono all'improvviso le spade contro i legionari. Annibale era strategicamente superiore ai due consoli, la polvere accecava l'esercito romano e la cavalleria cartaginese accerchiò facilmente i nemici. Fu un'altra strage. L'attacco romano fu deciso da Varrone all'insaputa del console patrizio. I romani lasciarono sul campo 45.500 fanti 2.700 cavalieri. Morirono Lucio Emilio Paolo e i tribuni militari Gneo Servilio Gemino e Marco Minucio Rufo, oltre a ottanta senatori partiti come volontari. Varrone si rifugiò a Venosa. Canne fu la sconfitta più pesante della seconda guerra punica: la Gallia Cisalpina era da tempo in rivolta, solo qualche avamposto romano ben difeso presidiava le zone del nord, con la sconfitta di Canne anche il sud della penisola era in balia dell'invasore, con Roma ora vi era solo l'Italia centrale, ovvero l'Etruria, l'Umbria, il Piceno e il Lazio. A Roma le donne piangevano i morti, il clima generale era di paura, se non di terrore: Annibale sembrava invincibile, e nulla sembrava impedire al generale cartaginese di impadronirsi anche della capitale. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Per perorare la causa della sua campagna di conquista agli occhi di Annone il Grande, Annibale mandò in patria suo fratello Magone con una nave carica degli anelli d'oro dei cavalieri romani uccisi in battaglia, l'impressione fu grande, ma il re cartaginese continuava a ritenere una eventuale pace con Roma più fruttuosa della guerra. Nonostante ciò Annibale ottenne rinforzi (4.000 numidi, 40 elefanti, oltre a 20.000 fanti e 40.000 cavalieri). L'intenzione di Annibale di rovesciare Roma attraverso la perdita degli alleati italici si stava concretizzando. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il nord era già destabilizzato, il sud si avviava ad esserlo, nell'Adriatico Annibale aveva mobilitato, grazie ad una alleanza, il re Macedone, Filippo V (ma il nuovo fronte non fu mai in grado di impensierire i romani). La guerra con Filippo viene definita dagli storici come "prima guerra macedone", ben altre due guerre più impegnative vedranno protagonisti i due regni in futuro. Ora i punici puntavano alla Sicilia: nelle intenzioni l'isola doveva diventare la base logistica per accogliere i rifornimenti dalla madre patria e un territorio strategico sicuro più vicino allo scenario bellico rispetto alla Spagna. Se il suo piano fosse giunto a compimento, la Sicilia sarebbe diventata il primo anello della conquista della penisola. A contrastare Annibale in Sicilia fu mandato il bellicoso generale Claudio Marcello. Ma nonostante gli sforzi, le prime battaglie volsero ancora a favore dei cartaginesi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Il popolo siciliano fu quasi interamente dalla parte di Cartagine. Agrigento fu occupata da Annibale, Siracusa era passata al fianco del generale cartaginese. Alla morte del suo tiranno Gerone II, grande amico di Roma, il consiglio cittadino aveva deciso di schierarsi con Annibale. A Claudio Marcello non restò altro che iniziare l'assedio della città: durò due anni, dal 213 al 211 a.C.. Le sue truppe stringevano la città da mare e da terra, ma dovettero subire il leggendario attacco delle geniali macchine di Archimede, ospite della città (gli specchi ustori che affondavano le navi bruciandole e gigantesche ancore-arpioni che penetravano gli scafi facendoli rovesciare). Nonostante ciò, Claudio Marcello ottenne la caduta di Siracusa, dopo una lunga battaglia condotta quartiere per quartiere. Archimede stesso morì, e molti tra i siracusani, accusati di tradimento, furono trucidati. La città stessa venne saccheggiata per ridare fiato alle esauste casse romane. Siracusa era di vitale importanza per tutta l'isola, anche Agrigento non poteva che arrendersi, mentre già Annibale era a Taranto, consegnatasi al nemico in forza dell'ennesimo tradimento.La mancata conquista della Sicilia fu il primo duro colpo ai piani cartaginesi. Ora i rifornimenti ad Annibale sarebbero dovuti arrivare ancora dalla Spagna, lontana e sul fronte di guerra. Nel frattempo, nel 212 a.C. , i romani, facendo appello ai cittadini perché consegnassero gli averi alla patria e varando nuove tasse (la guerra aveva esaurito l'erario), cominciarono ad assediare Capua, nella quale si trovava, tra gli agi e le mollezze che la città offriva, lo stesso Annibale e il suo esercito. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I romani impedivano sistematicamente ad Annibale di uscire dalla città, avevano costruito tutto intorno un complesso sistema di macchinari d'assedio e lottavano con vigore ogniqualvolta una spedizione nemica minacciava di sfondare lo sbarramento. Annibale decise di tentare la marcia su Roma, con la speranza che l'esercito assediante seguisse l'esercito cartaginese e interrompesse l'assedio di Capua. Non fu così. Sebbene Annibale riuscisse ad uscire dalla città, grazie all'ennesimo stratagemma (fece muovere l'esercito di notte dopo avere accesso ingannevolmente le torce nel suo accampamento), l'esercito assediante non lo seguì, fatto che si dimostrò decisivo nello sviluppo successivo degli eventi. Annibale ebbe quindi gioco facile nella sua marcia verso Roma, giungendo alle sue porte senza incontrare resistenza. Tutti pensarono che Annibale volesse sferrare l'attacco finale e la popolazione già si preparava a subire le conseguenze del saccheggio nemico, ma non fu così. Forse in considerazione del fatto che le mura delle città, fortificate da Fabio Massimo, erano praticamente inespugnabili, che a Roma si trovavano ancora quattro legioni e che alle spalle aveva Capua ancora assediata, Annibale, dopo avere saccheggiato le campagne, decise di fare marcia indietro, e dirigersi verso l'Apulia, abbandonando la stessa colonia campana al nemico. Per Capua fu il crollo (211 a.C.). Senza i cartaginesi la città venne occupata dai romani, che non ebbero molta pietà per coloro che consideravano traditori (gli stessi capuani dovettero bere l'amaro calice del tradimento di Annibale). I membri del senato capuano e i notabili furono condannati, parte della popolazione ridotta in schiavitù. La stessa città perdette l'indipendenza e fu nominato un pretore romano allo scopo di governarla come comunità in sudditanza. Fu l'inizio della riscossa romana. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Da quel momento, nonostante un tentativo di raggiungerlo compiuto dal fratello Asdrubale e finito in tragedia, Annibale rimase isolato. Senza approvvigionamenti il suo esercito inizio' a disgregarsi ed alla fine braccato dai romani e sconfitto strategicamente anche se non in battaglia dovette riparare in africa dove l'attendeva un'ultima battaglia Zama. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Al momento del ritorno di Annibale l'esercito romano era gia' in Africa agli ordini di Scipione l'Africano. Egli operò per sottomettere le città puniche attorno a Cartagine, mentre Annibale ritornava in patria, e riusci' a concludere un trattato di pace con il senato di cartagine. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Così terminava la spedizione di Annibale in Italia, dopo quindici anni di scorribande vittoriose e senza alcuna seria sconfitta. Da grande minaccia per Roma e per i suoi alleati, ora il forte condottiero era costretto a difendere la patria dallo stesso nemico che aveva quasi sconfitto e trascinato in un lungo e logorante conflitto. Il ritorno in in una patria sconfitta fu duro per il grande condottiero, ma Annibale ridiede coraggio ai cartaginesi. Nel senato della capitale punica prevalse il partito militare dei Barca e il sentimento di riscatto. Il trattato di pace divenne carta straccia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I cartaginesi iniziarono ad assalire le navi militari romane e a disturbare i rifornimenti alle truppe di terra di Scipione. Prima dell'inevitabile scontro, Annibale e Scipione si incontrarono faccia a faccia per la prima volta nel tentativo di discutere una soluzione pacifica, entrambi erano incerti sulle possibilità e la forza dei rispettivi eserciti, ma non se ne fece nulla. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I due eserciti si incontrarono a Zama, a sud di Cartagine, verso l'interno. Potevano contare entrambi su una forza di 40.000 uomini. Quello di Scipione era appoggiato da 4.000 cavalieri e 6.000 fanti numidi di Massinissa, l'esercito di Annibale era composto da mercenari, dai veterani della spedizione italica, da reparti della guardia cittadina di Cartagine e da soli 2.000 cavalieri numidi ribelli, sudditi di Siface. Davanti allo schieramento erano stati schierati 40 elefanti. I reparti di Scipione erano disposti su tre file, con ampi spazi tra gli uni e gli altri per consentire il passaggio degli elefanti. La cavalleria era come sempre piazzata ai lati dello schieramento. Inizialmente le trombe di guerra dei romani spaventarono alcuni elefanti che si rivolsero contro la propria cavalleria. Lo scompiglio creato permise alla cavalleria romana di gettarsi sopra quella avversaria mettendola in fuga. I fanti cartaginesi resistettero bene all'urto, ma non poterono fare nulla quando la cavalleria romana ritornò colpendoli alle spalle. Le sorti della battaglia arrisero a Scipione. Sul campo caddero 10.000 cartaginesi e altrettanti furono fatti prigionieri, mentre le perdite romane furono di molto inferiori. Annibale fuggì ad oriente e trovò rifugio ad Adrumento, con un piccolo contingente di quella cavalleria che questa volta si era dimostrata di molto inferiore all'avversaria. Era il 202 a.C. Sebbene qualcuno pensasse di continuare a combattere, Annibale capì che era giunto il momento di arrendersi. Le condizioni della resa furono più dure rispetto al precedente armistizio. Cartagine perdeva tutti i possedimenti non africani, doveva consegnare l'intera numidia a Massinissa e pagare il mantenimento delle truppe romane in Africa per tre mesi. Inoltre, oltre al pagamento dei danni di guerra intercorsi tra il precedente armistizio e quello nuovo, Cartagine era privata del diritto di dichiarare guerra senza il permesso di Roma. A garanzia di tali condizioni, Scipione ottenne il diritto di scegliere cento ostaggi. Intanto Annibale dopo aver umiliato Roma, sconfitto i suoi eserciti e messo in crisi il suo sistema di alleanze, ormai vecchio e solo, scegliera' il suicidio piuttosto che finire nelle mani dei suoi eterni nemici romani. Il trionfo di Roma fu definitivo, a nulla erano valsi l'astuzia e l'audacia del grande condottiero cartaginese, la storia era scritta. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Per approfondire i libri sono meglio di tutto. Andate a vedere su: http://www.icsm.it/libri/anticaroma.html Vi consiglio "Annibale di Gianni Granzotto, Mondadori Editore (1980)"

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

Immagini ANNIBALE BARCA


Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

21.10.06

SCIPIONE L'AFRICANO (personaggi storici)

Scipione l'Africano e' il grande personaggio storico di questa edizione. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Figlio di Publio Cornelio Scipione, ne prese il nome insieme all'audacia. Fu lui a salvare il padre nella battaglia del Ticino sottraendolo alla morte per mano dei cartaginesi. Era il 218 a.C. allora aveva solo 17 anni. visse la sua gioventu' sempre in guerra, al seguito del padre e dei fratelli. La seconda guerra punica, cominciata a causa dell'assedio di Sagunto perpetrato come provocazione da Annibale, sara' anche il teatro delle sue imprese piu' memorabili. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nel 215 a.C. ritroviamo i fratelli Scipione sul fronte spagnolo mentre il protagonista della nstra breve biografia era stato lasciato a Roma a causa della sua giovane eta'. Lo scopo della spedizione romana in Spagna era arginare i tentativi di invasione cartaginesi e privare Annibale dei rinforzi. La Spagna era per i fratelli Barca la base strategica della campagna europea, lì avevano fondato la loro città, Carthago Nova, nelle intenzioni e nel nome una seconda Cartagine, capitale del futuro regno punico nel continente. Del fronte spagnolo si occupavano Asdrubale e Magone, i fratelli di Annibale. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ I fratelli Scipione avevano passato l'Ebro ed erano vicini a Sagunto. Presso Dertosa, assediata dai romani, si svolse la prima battaglia con i cartaginesi. Vinsero gli Scipioni. La vittoria permise di rallentare le mire espansionistiche cartaginesi e a far cambiare orientamento politico alle tribù iberiche locali, oltre a provocare una prima ondata di ottimismo in patria, a Roma. Publio Cornelio assistette da spettatore a questi avvenimenti ma nel frattempo si faceva largo nella societa' romana divenendo prima edile per poi essere investito dell'imperium proconsulare. Questa investitura pero' avvenne in coincidenza con un avvenimento nefasto. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nel 211 a.C. l'esercito cartaginese era riuscito a riorgnizzarsi sotto il comando del generale Asdrubale. Egli riuscì a dividere gli eserciti dei due fratelli Scipione per poi affrontarli separatamente. I romani furono nettamente sconfitti, gli stessi Scipioni morirono, e quel che restava dell'esercito romano si dovette ritirare nuovamente oltre l'Ebro, dove mantenne, pur nelle difficoltà, le posizioni. Fu proprio in questo momento critico che Publio Cornelio fece il suo ingresso nella storia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Era un personaggio carismatico, le fonti dicono che fosse affabile nei modi, sicuro di sé e della sua futura gloria e che avesse un profondo sentimento religioso (nelle sue scelte si affidava al responso dei sogni e degli dei). Tra la popolazione godeva di gran favore, grazie anche all'episodio che lo vide salvare la vita al padre nella battaglia del Ticino. Nel 211 a.C. il senato romano mandò sul fronte spagnolo il pretore Claudio Nerone, ma la sua tattica "del temporeggiatore" ancora una volta non venne gradita sia dai senatori che dal popolo. A questo punto si acclamava a gran voce di sostituirlo con Scipione. Pur essendo solo venticinquenne e non avendo ancora titoli, il Senato lo nominò proconsole e lo mandò sul fronte spagnolo con due legioni da aggiungere a quelle che già vi si trovavano. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'arrivo di Scipione in Spagna, nel 210 a.C. , risollevò il morale alle truppe, anche perché il generale riorganizzò l'esercito eliminando di fatto un certo lassismo e una certa disorganizzazione che si era impossessata delle legioni. La prima impresa di Scipione fu quanto mai eclatante. Preso atto che le legioni cartaginesi erano sparpagliate su tutto il territorio iberico, decise di puntare direttamente su Carthago Nova. La città sorgeva su un promontorio, da un lato era difesa da mura, dall'altro un'impervia scogliera rendeva difficile lo sbarco via mare. Scipione disponeva, oltre alle legioni, di un contingente di navi. In un primo momento l'esercito romano ingaggiò battaglia presso le mura in modo da attirare l'attenzione della guardia verso terra. Sfruttando la bassa marea, dal mare le navi sbarcarono 500 legionari muniti di scale, che ebbero gioco facile nel risalire la scogliera e penetrare in città. La sorpresa fece crollare le difese nemiche, ormai circondate. Ciò accadde nel 209 a.C. Il crollo di Carthago Nova fu un durissimo colpo per i cartaginesi. Persa la possibilità di stabilire una base in Sicilia, perdevano improvvisamente la sede storica della loro invasione. Grosse quantità di provviste e di armi passarono al nemico, nonché un certo numero di ostaggi. Scipione dimostrò tutta la sua abilità politica e la sua nobiltà di carattere quando si trattò di restituire alcuni ostaggi iberici, di fronte alle offerte di riscatto, egli restituì gli iberi senza chiedere in cambio nulla. Tutto ciò, unita alla presa di Carthago Nova, portò i favori della popolazione spagnola verso Roma. Si giunse quindi ad un'ennesimo scontro, la battaglia del Metauro. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Asdrubale, nel 207 a.C. , decise di puntare verso l'Italia per congiungersi al fratello, seguendo la stessa via da lui percorsa nel 218 a.C. Il corpo di spedizione era forte di 20.000 uomini, ma contava di trovare altri soldati strada facendo, soprattutto tra le popolazioni Galliche della costa. Malgrado la presa di Carthago Nova, Scipione venne meno così al suo compito, che era quello di impedire al fratello di Annibale di lasciare la Spagna. A Roma si corse ai ripari. Vennero eletti consoli Claudio Nerone e Marco Livio Salinatore. Livio presidiò con il suo esercito il nord, mentre Claudio Nerone ebbe il compito di tenere a bada Annibale che si trovava come sempre più a sud, in Apulia. Per informare il fratello dei suoi piani, Asdrubale aveva mandato alcuni corrieri. Disgraziatamente questi caddero nelle mani di Claudio Nerone che venne così a conoscenza dei piani di ricongiungimento. Claudio prese una decisione improvvisa e coraggiosa. Lasciati sul posto alcuni soldati a sorveglianza di Annibale, nottetempo partì con tutto il suo esercitò verso nord, con l'intenzione di riunirsi alle legioni di Livio. Ora Roma poteva disporre di un esercito riunito di 40.000 uomini. Quando Asdrubale si accorse delle forze preponderanti romane, cercò di aggirarle, ma alla fine dovette affrontare la battaglia presso il fiume Metauro, nel 207 a.C. La battaglia fu un trionfo romano, la spedizione cartaginese venne annientata, lo stesso Asdrubale perse la vita in battaglia e i romani tagliarono la testa al cadavere gettandola davanti all'accampamento di Annibale. Nel 207 a.C. Scipione attaccò l'esercito cartaginese a Silpia, presso il fiume Baetis. In Spagna, per i punici, erano rimasti Magone e un altro Asdrubale, figlio di Giscone. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Sebbene Cartagine avesse mandato rinforzi, la vittoria fu ancora una volta dei romani. Questo era stato il colpo finale per i cartaginesi. La Spagna stava ormai cadendo nelle mani delle legioni romane di Scipione. Magone con le truppe superstiti si ritirò a Cadice, e fece poi un tentativo di riconquistare Carthago Nova, ma fallì. Quando ritornò a Cadice, la città si era già consegnata pacificamente ai romani. Magone non poté altro che tornare a Cartagine. Fu la fine del dominio cartaginese in Spagna, nel 206 a.C. la penisola era definitivamente liberata. Il vittorioso Publio Scipione ritornò in patria da trionfatore. Nel 205 a.C. si candidò per la carica di Console e fu eletto all'unanimità. Inutile dire che il popolo era tutto dalla sua parte. L'altro console fu Publio Licinio Crasso, ovviamente oscurato dalla fama del giovane generale. A questo punto Scipione propose al Senato l'idea di sbarcare in Africa per sconfiggere il nemico sul suo stesso suolo. Il Senato, guidato dal prudente Fabio Massimo, in un primo momento si oppose, infine decise di accontentare Scipione. Vennero reclutati volontari dall'Etruria e costruite 30 navi, mentre Scipione ottenne la Sicilia come provincia, col permesso di reclutare altre legioni sul posto e di recarsi in Africa quando più lo ritenesse opportuno. Nel frattempo Magone sbarcò in Liguria dalle Baleari, nel tentativo di ricongiungersi al fratello. Conquistò Genua (Genova) e tentò di portare dalla sua parte la popolazione ligure, ma la lezione del Metauro aveva impaurito i Galli. Senza l'aiuto dei liguri, Magone non poté far altro che ritirarsi (203 a.C.). Egli stesso gravemente ferito, morì probabilmente durante il viaggio di ritorno in patria. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nella primavera del 204 a.C. Scipione partì da Lilibeo verso le coste africane. Portava con sé 50 navi e un esercito di 25.000 uomini. Lo sbarco avvenne presso Utica, senza incontrare alcuna resistenza. I romani allestirono il campo presso la città. La minaccia per Cartagine era più che mai seria. La guerra aveva cambiato corso: fino ad allora assedianti, i punici erano diventati gli assediati. Scipione tentò subito di assediare Utica, ma dovette desistere. In Africa i cartaginesi godevano dell'appoggio di Siface, re della Numidia occidentale, il quale, assieme ad Adsdrubale di Giscone, tenne facilmente a bada, in un primo momento, le mire di conquista di Scipione. Tuttavia, il generale romano poté contare sull'appoggio di Massinissa, re della Numidia orientale e nemico di Siface. Giunti a un punto di stallo, in cui entrambi gli eserciti non si sentivano superiori all'altro, venne proposta la pace, con il ritorno allo stato "quo ante bellum", ovvero allo stato di cose precedente al conflitto. Scipione, malgrado non fosse dell'idea, acconsentì, un po' per prendere tempo, e un po' per raccogliere informazioni utili sullo stato delle forze avversarie. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Quando si sentì pronto, Scipione rifiutò l'armistizio, e mandò a dire a Siface che, seppur personalmente contrario al conflitto, non lo era il suo consiglio di guerra. La stessa notte mandò Massinissa e il suo generale Caio Lelio ad incendiare i campi numidi. Nel frattempo Scipione si schierava nei pressi del campo cartaginese. Il panico causato dagli incendi procurò gravissime perdite agli eserciti nemici: i romani attendevano alle spalle i fuggitivi per colpirli durante la ritirata. Il tranello disorientò gli eserciti africani. Rinforzate in tutta fretta con mercenari celtiberi, le forze di Siface e Asdrubale si presentarono alla battaglia presso i Campi Magni. I romani ebbero la meglio. Siface fuggì verso il suo regno, Asdrubale di Giscone riparò a Cartagine. Massinissa seguì Siface e lo fece prigioniero, diventando così l'unico re della Numidia. Ai cartaginesi, perso l'appoggio numida, non restò che chiedere l'armistizio. Era l'autunno del 203 a.C. Le condizioni dettate da Roma furono le seguenti: Cartagine perdeva tutti i possedimenti fuori dall'Africa, doveva pagare un grosso tributo di guerra e consegnare quasi tutte le navi da guerra. La Numidia venne riconosciuta come stato indipendente con re Massinissa. Una delegazione cartaginese consegnò il trattato a Roma, dove venne approvato dal Senato e da una assemblea popolare. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Nonostante la tremenda sconfitta i cartaginesi non si erano affatto arresi all'idea della supremazia romana sui loro comerci e sulle loro vite. Il ritorno del loro condottiero piu grande, Annibale, vivifico' i loro sforzi per continuare la guerra e rese l'armistizio un'inutile foglio di carta. Per contrastare questo nuovo stato di cose Scipione, organizzato un esercito forte di 40000 uomini si diresse alla volta dell'africa deciso ad incontrare sul campo di battaglia il piu' grande nemico di Roma, Annibale, per lo scontro decisivo. La sera prima della battaglia Annibale volle incontrare il suo avversario, da soli su di una collinetta i due condottieri parlarono brevemente. Fu uno di quei tanti casi in cui la storia fa incontrare faccia a faccia uomini strordinari. L'indomani ebbe inizio la battaglia di Zama. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'assalto degli elefanti cartaginesi e' il primo atto dello scontro, ma non porta i frutti sperati da Annibale. Infatti il rumore delle trombe romane spaventa a morte i poveri animali che fuggono verso lo schieramento cartaginese scompaginandolo, mentre i pochi pachidermi che riescono a proseguire l'attacco vengono convogliati nei corridoi lasciati aperti nello schieramento romano e fatti a pezzi. a quel punto e' Massinissa ad attaccare le fila cartaginesi con la sua cavalleria Numide. L'attacco isola l'ala sinistra di Annibale ed il contemporaneo avanzare della fanteria rende impossibile la resistenza per le prime due linee di fanti dell'esercito cartaginese. La disfatta di Annibale e' vicina, egli cerca comunque di resistere alla tremenda pressione dell'esercito romano, affidandosi ai suoi veterani. A questo punto Scipione, resosi conto della stanchezza dei suoi soldati ed in attes del ritorno della sua cavalleria dispersa nel primo attacco, ordina la ritirata. I cartaginesi imbaldanziti caricano il nemico senza piu' badare alla retroguardia che viene prontamente investita dalle cavallerie numida e romana. La strage e' totale, piu' di 20000 cartaginesi giacciono a terra uccisi. Annibale fugge con pochi dei suoi per poi togliersi la vita, distrutto dal rimorso di non aver compiuto la promessa fatta al padre di distruggere l'odiata Roma. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Scipione, ormai diventato l'Africano, celebra il suo trionfo imponendo una pace giusta a Cartagine, che verra' comunque distrutta nella terza guerra punica. I due grandi condottieri; Scipione e Annibale, pur trovandosi su campi opposti e con fortune opposte erano accomunati dallo stesso desiderio: la grandezza della loro patria. Lo sfortunato Annibale e il glorioso Scipione Africano hanno pero' ottenuto entrambi un risultato cui ogni uomo aspira, la memoria dei posteri ed un posto nella storia. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Per approfondire i libri sono meglio di tutto. Andate a vedere su: http://www.icsm.it/libri/anticaroma.html Vi consiglio "Scipione l'Africano di Giuseppe Antonelli, Newton & Compton"

Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

Immagini PUBLIO CORNELIO SCIPIONE AFRICANO


Scopri di piu' con SUPERIMAGO!

BlogItalia.it - La directory italiana dei blog Free Pagerank Checker
Google
 
Web superimago.blogspot.com
superrealityblog.blogspot.com pollopollo.blogspot.com